Le autorità indonesiane hanno dichiarato lo stato di emergenza a Cikande dopo il rilevamento di livelli di Cesio-137 senza precedenti nel Modern Cikande Industrial Estate. Nove operai sono risultati contaminati e decine di famiglie sono state evacuate. Il governo ha mobilitato unità speciali per la decontaminazione e avviato un’indagine sulle possibili cause, che potrebbe essere collegata all’importazione di rottami metallici dalle Filippine.
Prima l’annuncio della presenza del premier israeliano alla firma dell'accordo, poi ritirata per la concomitanza con una festa ebraica (ma il probabile motivo reale è la presenza del leader dell'Anp Abu Mazen). Fonti israeliane annunciavano anche per domani una storica visita del presidente indonesiano Prabowo a Gerusalemme, ma il ministero degli Esteri di Jakarta ha smentito. Modi snobba il vertice: a rappresentare l'India il numero tre della diplomazia.
Il programma da 10 miliardi di dollari, presentato come “grande successo” dal presidente, è finito al centro delle polemiche dopo ben 103 episodi di intossicazione in 16 province. Le cucine, spesso gestite dai militari, e le lunghe catene di distribuzione favoriscono contaminazioni batteriche. In alcuni casi i menù contenevano persino carne di squalo. Esperti parlano di un “fallimento sistemico”, mentre cresce il malcontento anche per le clausole di segretezza previste nel programma.
L'allarme è scattato da controlli sui crotacei importati negli Stati Uniti dall'indonesia. La zona di Cikande nel distretto di Serang è stata dichiarata "area di incidente speciale". Secondo le prime indagini la contaminazione proverrebbe da un trattamento incontrollato di scarti dell’industria metallurgica. Il Cesio 137 comporta rischi per la salute a lungo termine.
In due occasioni decine di estremisti hanno interrotto le preghiere domenicali di una comunità protestante. Per gli assalitori l’abitazione-negozio non avrebbe i permessi necessari per essere usata anche come chiesa domestica. Polemiche in rete e appelli alla libertà di culto. Ancora una volta le pratiche urbanistiche usate come pretesto per impedire ai cristiani di pregare.
Il presidente indonesiano Prabowo Subianto lo ha annunciato all’Assemblea generale dell’Onu. Nel suo discorso ha riaffermato l’impegno per la soluzione dei due Stati come unica via al conflitto israelo-palestinese, condannato le violenze nella Striscia e aperto a un futuro riconoscimento di Israele se riconoscerà la Palestina. La lunga storia dei contatti portati avanti con discrezione dal più popoloso Paese musulmano al mondo con lo Stato ebraico.