Per lo studioso giordano l’obiettivo ultimo del governo Netanyahu “va oltre” la sconfitta di Hamas e ridisegnare i confini. La Cisgiordania diventa una “opportunità da sfruttare” in una prospettiva di annessione. La debolezza dell’Autorità palestinese e della comunità internazionale, il nuovo paradigma degli Accordi di Abramo. Fra le nazioni della regione “più tattiche che alleanze”.
L’annuncio dell'imminente riconoscimento da parte dell'Eliseo è stato immediatamente salutato con favore dall'Arabia Saudita. Che con Parigi oggi non condivide solo un'iniziativa all'Onu sulla riaffermazione della soluzione dei due Stati nel conflitto israelo-palestinese, ma anche tante partite politiche ed economiche in Medio Oriente.
Da Riyadh e Abu Dhabi investimenti miliardari nell’intelligenza artificiali e nei data center. Una corsa a due seguita con attenzione, e qualche timore, da Washington e Pechino che cercano di rafforzare le partnership. Il Golfo dispone di energia e denaro, ma mancano ancora talenti qualificati e menti brillanti. Nel primo trimestre boom del Pil saudita trainato dal settore non petrolifero.
Il presidente indonesiano ha accolto l’omologo francese in visita ufficiale. Prabowo apre alla normalizzazione con Israele, ma la condiziona alla nascita di una entità per i palestinesi riconosciuta dallo Stato ebraico. La speranza comune di una soluzione “giusta e duratura” per la regione.
Gholamreza Ghasemian è stato imprigionato per aver accusato di “corruzione morale” il regno wahhabita durante l’Hajj. Nel mirino le riforme di bin Salman che hanno aperto al turismo e alle imprese occidentali. Critiche dalla magistratura iraniana, il governo minimizza e plaude i sauditi per l’organizzazione del pellegrinaggio. Iraniano impiccato con l’accusa di essere “spia di Israele”.
Il presidente Usa è in Arabia Saudita, prima tappa del viaggio regionale che prevede anche Emirati e Qatar (ma non Israele). Il Tycoon punta sull’economia e gli affari miliardari (armi comprese), relegando ai margini dell’agenda gli altri temi. Ma dietro lo sviluppo e i dollari di Riyadh vi sono ombre sui diritti e i timori per i danni ambientali legati al mega-progetto sul mar Rosso.