Zarif attacca Europa (e Usa) per l’embargo ai medicinali in Iran
Il capo della diplomazia di Teheran contro i Paesi che dicono di sostenere l’accordo nucleare, ma finiscono per seguire la linea delle sanzioni. Per la Repubblica islamica è una questione “necessaria e importante”. Ministro della Sanità: anno “durissimo” per medicine, farmaci e attrezzature.
Teheran (AsiaNews/Agenzie) - Le nazioni che sembrano sostenere (all’apparenza) l’accordo nucleare del 2015, nella realtà dei fatti impediscono l’esportazione di medicine specifiche per pazienti con malattie gravi in Iran. Il durissimo atto di accusa arriva dal ministro degli Esteri Mohammad Javad Zarif, figura di solito moderata nei gesti e nelle dichiarazioni, che parla di questione “necessaria e importante”.
Alcune nazioni europee, aggiunge il capo della diplomazia di Teheran, impediscono “alla compagnie farmaceutiche di esportare medicine per pazienti che soffrono di malattie speciali”. Al riguardo egli menziona l’esempio delle “medicazioni per i bambini che soffrono della malattia delle farfalle”, che “non possono essere prodotte in tutti i Paesi” e l’Iran può farlo “in bassa quantità”.
Un’azienda svedese, prosegue Zarif, che ha esportato le medicazioni a lungo in Iran, “adesso non può più farlo a causa delle sanzioni statunitensi e per il comportamento aggressivo” verso la Repubblica islamica.
Dietro la crisi nella fornitura di medicine - e di altri beni di prima necessità - già denunciata in passato, la scelta del presidente Usa Donald Trump nel maggio 2018 di ritirarsi dall’accordo nucleare (Jcpoa) del 2015. Al contempo, l’amministrazione americana ha introdotto le più dure sanzioni della storia contro Teheran, che hanno colpito in gran parte la popolazione innescando una gravissima crisi economica.
Devo ricordare agli europei, ha proseguito il ministro degli Esteri, che è stata una buona mossa quella di aderire all’Instex, uno strumento atto a favorire il commercio con la Repubblica islamica aggirando le sanzioni statunitensi. Finora è stato sottoscritto da Belgio, Danimarca, Finlandia, Olanda, Norvegia e Svezia. “Tuttavia - conclude Zarif - mentre gli Americani affermano che le medicine e i beni umanitari non sono inclusi nelle sanzioni, voi europei non dovreste favorire l’applicazione dell’embargo sulle medicine all’Iran”.
In una lettera inviata nei giorni scontri dal ministro iraniano della Sanità Saeed Namaki al direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), egli afferma che le sanzioni Usa hanno di limitato in modo grave l’importazione di medicine. “Abbiamo sperimentato - sottolinea - un anno durissimo a causa delle sanzioni per quanto concerne la scorta di medicine, farmaci, attrezzature mediche e trattamento di pazienti, in special modo quelli termini. È un’impresa ardua”.
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