Yogyakarta, indonesiani contro i requisiti ‘islamici’ per l’ammissione all’università
Le proteste della società civile bloccano la proposta della Gadjia Mada University. Timori per le infiltrazioni islamiste nelle università di Java. Il governo cerca di arginare l’influenza dei gruppi radicali nei campus. Il ministro dell’Istruzione contro i docenti estremisti.
Jakarta (AsiaNews) – “Abilità nel recitare e padronanza nella lettura delle Sacre Scritture”. Sono i “requisiti amministrativi” che la Gadjia Mada University (Ugm) di Yogyakarta, la più antica e prestigiosa istituzione della città, intendeva imporre agli studenti meritevoli che presentano domanda di iscrizione al prossimo anno accademico, attraverso il “protocollo speciale” loro riservato. In seguito alle proteste della società civile indonesiana, l’Ugm (foto) ha deciso di ritirare il provvedimento.
Il dott. Eko Suwardi, a capo del dipartimento di Economia e commercio, lo scorso 26 ottobre ha presentato alla direzione dell’Ugm una circolare per l’approvazione della disposizione (foto2). Due giorni dopo, la pubblicazione del documento su internet da parte di un utente anonimo ha sollevato le dure critiche della società civile indonesiana. Sebbene la nota non faccia specifico riferimento al Corano, l’opinione pubblica ha definito la proposta “primitiva e discriminatoria”.
In seguito alle numerose manifestazioni di dissenso sui social network, il 3 novembre scorso l’Ugm ha dichiarato per mezzo del suo portavoce Iva Ariani: “L’Università è impegnata ad attuare lo spirito dell'università nazionalista basata sulla Pancasila [ideologia pluralista del Paese, ndr] e sulla Costituzione del 1945. I nostri protocolli nel reclutamento di nuovi studenti sono e saranno sempre basati sullo stesso spirito. È dunque chiaro che la proposta è respinta con forza”.
L'Indonesia, Paese islamico più popoloso al mondo, ha visto negli ultimi anni la sua reputazione di nazione tollerante messa in pericolo dalle attività dei movimenti islamici estremisti. La vicenda dell’Ugm suscita nella grande maggioranza degli indonesiani, che pratica un islam moderato, timori per le infiltrazioni islamiste nelle università statali di Java.
Le autorità hanno più volte lanciato l’allarme per le infiltrazioni del pensiero islamico radicale nelle organizzazioni studentesche e nelle attività dei campus. Il presidente Joko Widodo ed il suo governo stanno cercando di contenere l'influenza crescente degli islamisti, soprattutto nelle università e nelle scuole islamiche. Il mese scorso il parlamento ha approvato un decreto presidenziale che proibisce le organizzazioni civili contrarie all'ideologia secolare del Paese. Hizb-ut-Tahrir (Hti), un'organizzazione che chiede l'istituzione di un califfato in Indonesia, è stato il primo gruppo ad essere sciolto per effetto del decreto.
Nel luglio scorso, il ministro per l’Istruzione, la ricerca e la tecnologia Muhammad Nasir ha inviato una nota di avvertimento a tutti i docenti delle università statali d'Indonesia. Nel documento, Nasir invita alle dimissioni tutti i professori che adottano e praticano una visione rigida dell’islam o che sono membri di Hti. “In quanto dipendenti statali nelle università, siete chiamati a restare fedeli alla Repubblica d'Indonesia, che si basa sulla Pancasila e sulla Costituzione del 1945”, si legge nella missiva.
20/02/2019 11:14