West Java: dietro pressioni islamiste, le autorità locali sequestrano sette chiese protestanti
Jakarta (AsiaNews) - Dietro pressioni di movimenti estremisti islamici le autorità del distretto di Cianjur, 90 km da Jakarta, hanno disposto la chiusura di sette chiese cristiane protestanti per presunte irregolarità nei permessi di costruzione (il famigerato Imb). La provincia del West Java si conferma così uno dei luoghi più "intolleranti" verso le minoranze religiose in Indonesia. I luoghi di culto sequestrati sono: la chiesa Pentecostale di Indonesia (GPdI) e la chiesa del Movimento pentecostale (GGP) a Ciranjang, la chiesa cristiana del Nuovo Testamento (GKBP), la Betlemme Pentecoste (GGPB), la chiesa di Bethel di Indonesia (GBI), la chiesa Evangelista internazionale (GISI) e il Sinodo delle chiese popolari (GSJA) nel distretto di Cianjur.
L'iter per la costruzione di una chiesa in Indonesia - cattolica o protestante - è complicato e possono trascorrere da cinque a 10 anni prima di ottenere le autorizzazioni. Il procedimento è regolato dall'Izin Mendirikan Bangunan (Imb), delibera scritta che permette l'apertura di un cantiere ed è rilasciato dalle autorità locali. La vicenda si complica se si tratta di un luogo di culto cristiano: serve il nulla osta di un certo numero di residenti nell'area in cui viene costruito l'edificio e del gruppo per il dialogo interreligioso locale. E spesso subentrano "non meglio precisate motivazioni" che spingono i funzionari a bloccare i progetti, dietro pressioni di movimenti radicali islamici.
Il rev. Oferlin Hai, presidente del Sinodo delle chiese protestanti a Cianjur, conferma che la presunta mancanza dei permessi di costruzione - una legge del 2006 - ha portato al sequestro degli edifici. Egli precisa però che i luoghi sono utilizzati dalle comunità "ben prima che la norma fosse promulgata" e della sua entrata in vigore. Già nel 2013, aggiunge, alcuni poliziotti di Ciranjang - dietro pressioni di estremisti islamici - avevano mostrato "atteggiamenti" ostili verso i cristiani; di recente anche il presidente del Forum per il dialogo interreligioso (FKUB) Tjepi Djauharuddin ha richiesto a gran voce la chiusura.
Il leader cristiano spiega che le chiese sono attive e funzionali dal 1977 e sono nate col sostegno e l'approvazione della sezione locale del ministero per gli Affari religiosi; nel 1990 una analoga approvazione è stata rilasciata dalle autorità di Cianjur. Non abbiamo più un luogo di culto dove riunirci e pregare, conclude il pastore, e alcuni fedeli "si sono trasferiti in altri luoghi per motivi di sicurezza".
L'Indonesia, nazione musulmana più popolosa al mondo, è sempre più spesso teatro di attacchi o episodi di intolleranza contro le minoranze, siano essi cristiani, musulmani ahmadi o di altre fedi. Nella provincia di Aceh - unica nell'Arcipelago - vige la legge islamica (sharia), in seguito a un accordo di pace fra governo centrale e Movimento per la liberazione di Aceh (Gam), e in molte altre aree (come Bekasi e Bogor nel West Java) si fa sempre più radicale ed estrema la visione dell'islam fra i cittadini. Norme come il permesso di costruzione vengono sfruttate per impedire l'edificazione o mettere i sigilli a luoghi di culto, come è avvenuto nel West Java contro la Yasmin Church. La Costituzione sancisce la libertà religiosa, tuttavia la comunità cattolica (3% della popolazione) e i cristiani in generale sono vittime di episodi di violenze e abusi. Nel dicembre scorso, almeno cinque luoghi di culto cristiani hanno dovuto chiudere i battenti per pressioni islamiste.