Vienna: trattative a oltranza sul nucleare iraniano, si cerca la via per un accordo
Vienna (AsiaNews/Agenzie) – Riprendono oggi a Vienna i colloqui sul controverso programma nucleare iraniano, dopo il mancato raggiungimento di un accordo definitivo entro la scadenza fissata e il successivo, ennesimo, prolungamento. Gran Bretagna, Francia, Russia Cina, Stati Uniti e Germania (i Paesi del 5+1, impegnati nei colloqui con Teheran) lavorano per il raggiungimento in breve tempo di un accordo, da sottoporre poi al Congresso americano per l’approvazione con una procedura lampo.
Tuttavia il segretario di Stato Usa John Kerry precisa che gli Stati Uniti e le altri maggiori potenze impegnate delle trattative "non hanno fretta". E una simile posizione è stata espressa anche dall’Iran stesso.
I due fronti cercano di trovare un punto in comune che porti al taglio del programma nucleare iraniano, in cambio della rimozione parziale delle sanzioni internazionali su Teheran. Restano però lontane le posizioni sui tempi in base ai quali avverrà la rimozione delle sanzioni stesse, uno dei punti di maggiore controversia.
Teheran ha sottolineato a più riprese gli scopi pacifici del proprio programma nucleare, che avrebbe solo finalità civili per la produzione di energia. Diversa la posizione di alcune nazioni del blocco occidentale - e di Israele su tutti - secondo cui l’Iran mira alla costruzione della bomba atomica.
“Siamo qui, perché siamo convinti di fare veri progressi [nei colloqui]” ha dichiarato ieri ai cronisti nella capitale austriaca John Kerry. In un tweet il ministro iraniano degli Esteri Javad Zarif sottolinea che “stiamo lavorando sodo, ma senza fretta, per centrare l’obiettivo”. Zarif, che guida la delegazione di Teheran, ha aggiunto: “Non si possono cambiare i cavalli nel bel mezzo di un torrente”.
Il termine ultimo fissato per un accordo è scaduto il 30 giugno scorso e le parti si sono concesse un ulteriore periodo di prolungamento. Tuttavia, fonti della Casa Bianca ricordano che i colloqui non potranno continuare per molte settimane ancora.
Analisti ed esperti sottolineano che le posizioni dei Paesi del 5+1 e dell’Iran restano distanti su almeno tre punti: ispezioni internazionali sui siti non nucleari, sanzioni e come sarà verificato il rispetto da parte dell’Iran. Teheran vorrebbe anche la fine dell’embargo Onu sulle armi, un elemento però escluso in modo categorico da Washington.
Un primo accordo è stato raggiunto lo scorso aprile. Non sono ancora noti i termini dell’accordo di massima. Si sa che la capacità dell’Iran di arricchimento dell’uranio verrà ridotta di due terzi (le centrifughe passeranno da 19mila a circa 6mila); che un reattore nucleare sarà ristrutturato perché non produca plutonio arricchito; saranno promosse molte più ispezioni da parte dell’agenzia Onu per il nucleare.
Le sanzioni occidentali – secondo la versione europea - saranno tolte in funzione del rispetto degli impegni da parte di Teheran. Non è chiaro se ciò significa che l’Unione europea toglierà da subito alcune sanzioni. Ciò che è sicuro è che ogni accordo finale sarà verificato e varato dal Consiglio di sicurezza dell’Onu.
06/12/2019 08:47