Vescovo di Aleppo: l’allentamento delle sanzioni segno positivo nel dramma terremoto
All’aeroporto è arrivato un carico di aiuti dall’Arabia Saudita, primo aereo di Riyadh ad atterrare in Siria in 10 anni. Ma alcune aree, soprattutto nella zona di Idlib si sentono ancora abbandonate. Mons. Audo: oltre ai bisogno materiali è forte il bisogno della popolazione di “condividere le sofferenze e di sentirsi accolti”. Le donne sole, coi bambini in braccio, “prime vittime”.
Milano (AsiaNews) - “Oltre ai bisogni materiali” come un tetto, un riparo, un po’ di cibo e acqua potabile, in questo momento “avvertiamo forte l’esigenza delle popolazioni colpite dal sisma di condividere le sofferenze e di sentirsi accolti”. È quanto racconta ad AsiaNews il vescovo caldeo di Aleppo, mons. Antoine Audo, fra i centri più martoriati - assieme alla provincia di Idlib, controllata da ribelli e jihadisti - dal terribile terremoto del 6 febbraio fra Turchia e Siria. In questo contesto, aggiunge il prelato, “possiamo contare su gruppi di famiglie che organizzano la distribuzione dei pasti e coordinano gli interventi, un elemento molto positivo assieme all’allentamento delle sanzioni” e si sta rafforzando “la collaborazione fra Chiese” nell’ecumenismo “del bisogno”.
Oggi ad Aleppo, per la prima volta in 10 anni, è atterrato un aereo saudita con aiuti alla popolazione terremotata. Secondo quanto riferisce l’agenzia Sana, il cargo inviato da Riyadh è atterrato allo scalo internazionale con a bordo 35 tonnellate di cibo e generi alimentari. Altri due velivoli sauditi sono attesi fra domani e il 16 febbraio. Si tratta dell’ultimo invio proveniente da nazioni ostili al governo di Damasco e al presidente Bashar al-Assad e a lungo sostenitrici di fazioni ribelli e gruppi jihadisti, in questi anni di conflitto.
Il sisma, che ha ucciso quasi 40mila persone in tutta l’area per un bilancio ancora provvisorio, sta spezzando - almeno in parte - il decennale isolamento internazionale attorno a Damasco. Inoltre, il governo statunitense ha allentato almeno in parte l’embargo economico e commerciale che, unito alle sanzioni, ha messo in ginocchio una nazione e il suo popolo. Anche dal mondo arabo emergono segnali di solidarietà con Egitto ed Emirati Arabi Uniti (Eau) che hanno assicurato il loro sostegno, accogliendo l’appello del sotto-segretario Onu per gli Affari umanitari Martin Griffiths che ha denunciato una lentezza negli aiuti internazionali. Soprattutto nel nord-ovest, nelle mani dei movimenti anti-Assad, in cui le persone “si sentono a buon diritto abbandonate”.
“A poco a poco - racconta mons. Audo - ci stiamo organizzando, grazie all’opera di un comitato che verifica lo stato delle case, per agevolare il ritorno degli sfollati. Ogni giorno si tengono incontri fra i vescovi, per discutere della situazione e mettere in atto gli interventi più urgenti. Chi può è bene che torni a casa” prosegue il vescovo caldeo di Aleppo, anche se “noi continuiamo ad accogliere. Molti lamentano traumi psicologici forti e, sebbene le loro case siano integre, non se la sentono di tornare. Vi è un enorme bisogno di conforto, ascolto, sostegno morale in un quadro di distruzione. Dalla guerra al Covid vi è - osserva - una continuità nelle difficoltà. Quello che più mi impressiona è vedere tante donne povere, soprattutto musulmane, con bambini in braccio che vagano sole per le strade… sono scene strazianti: ecco, le donne a mio avviso sono le prime vittime del sisma”.
Molti bussano alla porta del vescovado per chiedere aiuto, anche musulmani, e “noi facciamo quello che possiamo. Al nostro centro abbiamo ospitato - racconta - fino a 150 persone, servendo la cena, una bevanda calda, garantendo un po’ di sicurezza e sollievo. Hanno bisogno di essere ascoltati, trascorro ore a parlare con loro”. Fra i segnali positivi “l’apertura dopo anni di isolamento” con la cancellazione parziale delle sanzioni internazionali e l’allentamento dell’embargo. “Speriamo cambi qualcosa - chiosa il prelato - e che per molti sia un segno dal cielo”. “Grazie ad un contatto con un generale siriano, siamo anche riusciti ad avere un camion con 5mila coperte da distribuire a tutti”.
“L’elemento più significativo in questa tragedia - conclude - è il clima di collaborazione fra cattolici, ortodossi e protestanti: ogni due giorni vi è un raduno a livello di vertici per coordinare gli interventi, indirizzare gli aiuti, distribuire quanto arriva grazie alle donazioni di ong internazionali come Aiuto alla Chiesa che soffre e L'Œuvre d'Orient, persone attive da 12 anni in Siria” e che ben conoscono “il mare di bisogno”.
10/02/2023 13:13