16/05/2024, 12.00
FILIPPINE - CINA
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Vescovi filippini: preghiere per la pace nel mar Cinese meridionale

di Santosh Digal

È l’appello lanciato dal presidente della conferenza episcopale mons. Pablo Virgilio David. Il presule chiede di “accompagnare” la missione civile e pacifica di “rifornimento” promossa dall’ong Atin Ito Coalition. Circa 200 volontari, 100 pescatori e cinque imbarcazioni hanno raggiunto i territori contesi delle Scarborough Shoal eludendo lo sbarramento della marina cinese. 

Manila (AsiaNews) - Nella controversia che vede opposti Manila e Pechino nel mar Cinese meridionale, fonte di tensione a rischio escalation per il controllo di un’area chiave per il commercio marittimo globale e un volume di affari da 3mila miliardi di dollari, interviene la Conferenza episcopale filippina: è di queste ore, infatti, l’appello di mons. Pablo Virgilio David, vescovo di Kalookan e presidente della Cbcp, che chiede ai fedeli di pregare per la nazione e per un futuro di pace di una regione in cui da anni assiste a un progressivo inasprimento delle relazioni fra le due parti.

“Accompagniamo - sottolinea il prelato - la missione di rifornimento civile nel West Philippine Sea [nome con cui Manila identifica l’area] con le nostre preghiere”. Nel suo intervento mons. David auspica che “non si verifichi alcun incidente alla flotta di navi civili e un centinaio di piccoli pescherecci che stanno attraversando la nostra zona economica esclusiva per consegnare carburante e cibo ai nostri pescatori nelle vicinanze della secca di Panatag”. 

“Una presenza civile ostinata, invece di una dimostrazione di forza militare congiunta, è davvero - prosegue il presidente dei vescovi - un approccio pacifico e non violento a questo conflitto. Si tratta anche di un positivo banco di prova della supremazia dei civili sui militari, che è essenziale in una vera democrazia”. “Dobbiamo respingere - conclude la riflessione - la prepotenza imperialista e la guerrafondaia geopolitica. Sì, alla pace e al rispetto reciproco della sovranità tra le nazioni civili!”.

Le parole di mons. David richiamano la missione “civile” in fase di svolgimento nei pressi delle Scarborough Shoal, con le quali Manila intende mettere fine all’assedio cinese pur senza dover ricorrere all’uso della forza militare. Oggi l’ong attivista Atin Ito Coalition, promotore della spedizione, ha riferito che le imbarcazioni hanno superato il blocco navale cinese e sono arrivate nel pressi del gruppo di isolotti. In una nota la presidente dell’ong Akbayan Rafaela David ha detto che “nonostante il massiccio” e “illegale” blocco della Cina “siamo riusciti a violare” lo sbarramento “raggiungendo Bajo de Masinloc per sostenere i nostri pescatori con rifornimenti essenziali. Missione compiuta!”. Il gruppo che ha raggiunto i territori contesi comprende circa 200 volontari, 100 pescatori e cinque imbarcazioni. 

Una prima parte della spedizione è partita il 14 maggio scorso, seguita il giorno successivo dal resto delle imbarcazioni parte dell’operazione civile. Il giorno successivo l’equipaggio è giunto a circa 25/30 miglia nautiche dall’area delle Scarborough Shoal. Il gruppo ha fornito carburante, cibo e beni essenziali ai pescatori filippini che operavano nella regione. L’attivista ha poi riferito che la missione ha portato alla “distribuzione di duecento pacchi di cibo e mille litri di gasolio”. Uno sforzo non privo di rischi e tensioni, perché nelle stesse ore almeno 43 imbarcazioni cinesi fra le quali due navi da guerra, si sono dirette verso gli atolli nel tentativo di ostacolare l’operazione di rifornimento promossa dalle Filippine. Il gruppo ha infine posizionato dodici boe arancioni simboliche con la scritta “Wps Atin Ito!” (Il mare delle Filippine occidentali è nostro!).

Da anni è in atto una feroce controversia territoriale fra Pechino e diverse nazioni dell’area, fra le quali le Filippine e il Vietnam, per il controllo di larghe porzioni di territori contesi nel mar Cinese meridionale. La Cina non riconosce la sentenza del 2016 del tribunale arbitrale internazionale dell’Aja, che ha dichiarato le rivendicazioni giuridicamente infondate e prive di validità.

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