02/12/2016, 11.06
SANTA SEDE – ISRAELE
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Vaticano e Israele criticano l’Unesco: non si può negare la storia biblica

La Commissione mista con il Gran rabbinato contro la decisione di definire i luoghi santi di Gerusalemme est solo col nome arabo, negando di fatto il rapporto tra gli ebrei e il Monte del Tempio.

Città del Vaticano (AsiaNews) – Il Vaticano si è unito alle critiche rivolte alla decisione dell’Unesco di definire i luoghi santi di Gerusalemme est usando solo il loro nome arabo e non anche quello in ebraico. Di “negazione politica e polemica della storia biblica”, che arriva a negare il rapporto tra gli ebrei e il Monte del Tempio, parla il documento congiunto pubblicato al termine dell’ultimo incontro della Commissione bilaterale delle delegazioni del Gran rabbinato d’Israele e della Commissione della Santa Sede per i rapporti religiosi con l’ebraismo.

Il documento afferma che è necessario oggi più che mai promuovere la pace in un tempo in cui la violenza viene perpetrata in nome della religione. Di fronte alle sfide e alle tragedie umane contemporanee è stata sottolineata l’importanza che le guide religiose diano esempi di tolleranza e di rispetto. Inoltre, i partecipanti si sono impegnati a persuadere nel modo più efficace le proprie rispettive autorità ad agire nei modi più tolleranti e umani nei confronti degli “altri” e dei deboli. A questo proposito le recenti affermazioni di Papa Francesco rivolte ai rappresentati di varie religioni sono particolarmente appropriate: «Siano rigettate le strade senza meta della contrapposizione e della chiusura. Non accada più che le religioni, a causa del comportamento di alcuni loro seguaci, trasmettano un messaggio stonato, dissonante da quello della misericordia. Purtroppo, non passa giorno che non si senta parlare di violenze, conflitti, rapimenti, attacchi terroristici, vittime e distruzioni. Ed è terribile che per giustificare tali barbarie sia a volte invocato il nome di una religione o di Dio stesso. Siano condannati in modo chiaro questi atteggiamenti iniqui, che profanano il nome di Dio e inquinano la ricerca religiosa dell’uomo. Siano invece favoriti, ovunque, l’incontro pacifico tra i credenti e una reale libertà religiosa» (Discorso del Santo Padre Francesco all’udienza interreligiosa, Vaticano, 3 novembre 2016).

Dopo oltre mezzo secolo di riconciliazione ebraico-cattolica e di dialogo fruttuoso, ebrei e cristiani sono chiamati ad operare insieme per contribuire a creare pace per l’intera famiglia umana, adempiendo le parole del salmista: «Misericordia e fedeltà si sono incontrate, giustizia e pace si sono baciate» (Salmo 85, 11). I partecipanti hanno sottolineato l’importanza di educare le nuove generazioni a promuovere pace e rispetto reciproco.

 

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