17/02/2025, 08.45
KAZAKISTAN
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Usaid e gli 'agenti stranieri' ad Astana

di Vladimir Rozanskij

Tra le ripercussioni in Asia Centrale del blocco alle attività di cooperazione del governo degli Stati Uniti c'è anche la sospensione dei sussidi ad agenzie giornalistiche come Radio Svoboda e le associazioni che si battono per contro il bavaglio alle voci critiche. E i politici nazionalisti kazachi esultano, chiedendo la fine delle "interferenze straniere" nel racconto del proprio Paese.

Astana (AsiaNews) - La guerra annunciata da Donald Trump e Elon Musk contro i “radicali di sinistra”, che ha portato al blocco dell’agenzia Usaid e dei sussidi internazionali ai progetti umanitari e in difesa dei diritti, ha provocato immediate ripercussioni in Asia centrale con nuove iniziative contro gli “agenti stranieri” come in Kazakistan, dove alcuni deputati pretendono la verifica di tutte le attività di Usaid nel Paese, e di approvare una legge contro le influenze straniere.

La portavoce della Casa Bianca di Washington, Karoline Leavitt, ha dichiarato che al Kazakistan sono stati concessi 4,5 milioni di dollari per la “lotta contro la disinformazione”, senza precisare a che cosa effettivamente si riferisca questa destinazione, lasciando intendere che bisogna contrastare i progetti “inefficaci e pericolosi” delle varie agenzie giornalistiche finanziate finora proprio dagli americani, come Radio Svoboda e altre testate “di sinistra”, secondo le definizioni di Musk. La deputata del Mažilis di Astana, Irina Smirnova del gruppo dei comunisti locali, ha sollecitato in questo senso il governo ad approntare una legge contro gli inoagenty, simile a quella russa e di altri Paesi ex-sovietici.

Nel suo intervento, la Smirnova ha sottolineato che “dovremo ancora a lungo rivolgerci alle fondazioni straniere, che agiscono senza controllo nel nostro Paese, come a quel defunto del quale o si parla bene o non si dice niente”, in quanto sostenute da “numerosi adepti”, ma è giunto il tempo di “darci delle risposte chiare, in questa fase di tensioni geopolitiche che si riversano anche in Kazakistan”. Serve dunque una legge che sia simile, a suo dire, “a quelle degli Usa, della Cina, Israele, Australia e altri Paesi”, senza citare la Russia per prudenza.

Usaid, d’altra parte, ha finanziato per anni diversi progetti statali del Kazakistan, e una legislazione troppo repressiva verso gli inoagenty rischierebbe di mettere in crisi lo stesso governo. In parlamento si sono quindi valutate le possibili “eccezioni” ai limiti da imporre, mentre su tutto il resto, come ha insistito la Smirnova, “il nostro scopo è rafforzare la sovranità, senza concedere a nessuno di imporci valori estranei in nome della tolleranza, una qualità per cui i kazachi sono famosi in tutto il mondo, e di estendere la propaganda in nome dell’indipendenza del giornalismo”.

Soprattutto i media indipendenti suscitano reazioni negative nei politici nazionalisti kazachi, visto che la maggior parte di essi esiste grazie ai finanziamenti esterni, in particolare quelli americani. Sono proprio queste agenzie a diffondere le critiche alle autorità di Astana per la riduzione delle libertà politiche dopo gli eventi del 2022, che contrastano apertamente con i proclami di un “nuovo Kazakistan” che avrebbe portato liberalizzazioni e libertà di espressione. Il peggioramento delle condizioni economiche del Paese, come conseguenza dell’economia bellica della Russia, hanno portato a reagire in modo sempre più repressivo nei confronti di qualunque critica, perfino quelle dei comici d’avanspettacolo.

Il consigliere presidenziale Erlan Karin aveva pubblicamente illustrato lo scorso anno le “linee rosse” da non oltrepassare nelle discussioni pubbliche, su temi come le relazioni interetniche, la lingua e la religione, fino alla politica estera. Pur affermando che non si trattava di “divieti assoluti”, lo stesso Karin assicurava che non sarebbero state ammesse le espressioni che “seminano discordia”, nello spirito delle attuali roboanti dichiarazioni di Elon Musk. Quando i giornalisti mettono l’accento sugli errori e gli insuccessi delle autorità kazache, anche il presidente Kasym-Žomart Tokaev reagisce con estrema irritazione, su argomenti come la difesa dei diritti delle donne, che stanno provocando proprio in questi giorni azioni repressive contro le iniziative del movimento Feminita di Almaty, nonostante i proclami presidenziali a favore delle iniziative delle donne nella società kazaca.

Anche il “Consiglio dei Genitori” del Kazakistan è intervenuto in questi giorni in difesa dei valori tradizionali, per la propaganda “sull’identità variabile di genere che confonde le idee dei nostri ragazzi, che un domani si metteranno a innalzare barricate nella nostra società”. Il timore è che “un bambino di oggi vorrà diventare il leader del Paese di domani, e faranno la rivoluzione contro le loro stesse famiglie”, e la presidente dei Genitori, Bagila Baltabaeva, si chiede “quali persone governeranno il nostro Paese tra due-tre generazioni?”. Molto meglio quindi affidarsi alla protezione di Trump e di Musk, a difesa del Kazakistan e di tutta l’Asia centrale.

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