Un tranquillo anniversario della “Primavera araba”, fra crisi economica e allerta terrorismo
Il presidente egiziano ha parlato di punto di svolta nella storia dell’Egitto. Un segno del desiderio di cambiamento della popolazione. Il calo nel turismo e l’inflazione aggravano una economia già in difficoltà. Chiusa solo la fermata della metro di piazza Tahrir, nessuna celebrazione di piazza né episodi di violenza.
Il Cairo (AsiaNews) - Nel suo discorso ufficiale in occasione del sesto anniversario della rivoluzione del 25 gennaio 2011, il presidente egiziano Abdel-Fattah Al-Sisi ha confermato che questa rivoluzione rappresenterà sempre un punto di svolta nella storia dell’Egitto. Essa, spiega il capo di Stato, ha manifestato il desiderio di cambiamento degli egiziani, i quali volevano costruire un avvenire migliore per questo Paese.
Nel gennaio 2011 centinaia di migliaia di egiziani sono scesi in piazza per protestare contro l’allora presidente Hosni Mubarak, rivendicando diritti, dignità a migliori condizioni di vita. Le manifestazioni, in un primo momento guidate dai giovani, svolte sulla scia delle proteste in Tunisia, sono ben presto sfociate in scontri aperti con centinaia di vittime. Luogo simbolo della rivolta fu piazza Tahrir, al Cairo, dove i cortei si trasformarono in un sit-in permanente.
La rivolta portò alle dimissioni, l’11 febbraio, di Mubarak, che ha lasciato dopo 30 anni alle forze armate la guida del Paese. A seguire, le prime elezioni che hanno portato alla vittoria del Fratelli musulmani guidati da Mohammed Morsi.
Diversa, invece, la rivoluzione popolare del giugno 2013, che chiedeva l'allontanamento di Morsi, la quale aveva come obiettivo quello di correggere la traiettoria impressa al Paese; di questa va sottolineato che è riuscita a preservare la nazione dalla rovina e dalla distruzione.
Si tratta di parole condivisibili in linea teorica. Ma che, nella vita quotidiana e pratica di 100 milioni di egiziani, lasciano il passo a una crisi economica che si fa sempre più acuta: il prezzo delle derrate alimentari sono aumentati in media del 33%, con una crescita record nel prezzo del riso, salito di quasi il 77%. Le cure mediche del 33%, i trasporti del 30%, il tabacco del 25%, gli elettrodomestici del 43%, i vestiti del 25%.
L’inflazione su base mensile ha registrato un aumento del 3,4% a dicembre, rispetto al mese precedente. Al contempo, essa è cresciuta del 5% a novembre rispetto all’1,8% dell’ottobre scorso.
Secondo quanto ha riferito Tarek Amer, governatore della Banca centrale d’Egitto (Bce), il turismo - fonte principale di introiti per l’economia egiziana - ha fornito nell’ultimo periodo ricavi molto bassi. Gli introiti si sono fermati a quota 3,4 miliardi di dollari, mentre nel 2011 essi avevano portato nelle casse dello Stato oltre 11 miliardi di dollari. Un crollo di circa il 220%.
Una situazione che si spiega con l’instabilità nella regione, acuita dai problemi della sicurezza e del terrorismo: molti turisti, oggi, preferiscono trascorrere le loro vacanze in regioni del pianeta ritenute più sicure.
In effetti, il turismo è una componente strategica dell’economia egiziana e il suo calo è una delle ragioni del deficit nella bilancia dei pagamenti che ammonterebbe, ad oggi, a 20 miliardi di dollari. Nel 2010 era di soli quattro miliardi di dollari. Tutto questo, aggiunge Tarek Amer, ha spinto la Bce a intervenire per tenere sotto controllo una situazione allarmante, lasciando fluttuare la lira egiziana.
Dall’altro lato, le esportazioni egiziani sono anch’esse calate da 24 a 19 miliardi di dollari nello stesso periodo, mentre le importazioni sono cresciute da 49 a 57 miliardi di dollari nello stesso periodo fra il 2010 e il 2016.
Per il resto, l'anniversario della rivoluzione - a livello cronologico la seconda, dopo la Tunisia - della “Primavera araba” , nome coniato dall’amministrazione americana, si è svolto in un clima di calma. Senza manifestazioni di piazza e senza episodi di violenza.
Si è registrata solo la chiusura della stazione metro Sadate, situata nel cuore della celebre piazza Tahrir, dove centinaia di manifestanti avevano trovato la morte a partire dal 25 gennaio 2011. E a sei anni di distanza, il 25 gennaio 2017, il presidente al-Sisi ha deciso di prendersi le prime vacanze tranquille dall’inizio del suo mandato, e a favore di telecamere, nell’antica città di Assuan.