Un miliardo di spettatori, scommesse (clandestine), jihadismo globale: è la Coppa d’Asia 2015
Pechino (AsiaNews) - La Coppa delle nazioni asiatiche 2015, iniziata il 9 gennaio scorso in Australia, sta entrando nel vivo con la fase a eliminazione diretta, a partire dai quarti di finale in programma dal prossimo 22 gennaio. Corea del Sud, Cina, Iran e Giappone si sono distinte nel primo turno a gironi, conquistando così l'accesso alla seconda parte del torneo, che si concluderà il 31 gennaio con la finalissima a Sydney. Tuttavia, la 16ma edizione del torneo passerà già agli annali per il numero record di spettatori nel Paese organizzatore e nel resto del continente: saranno infatti più di 550mila gli spettatori presenti alle 32 gare in programma; ancor di più, fino a quasi un miliardo secondo alcune stime, quelli che vedranno le partite incollati alle televisioni di mezzo mondo, per una rassegna che ha davvero raggiunto nel tempo una dimensione "globale".
Gli organizzatori della Coppa d'Asia confermano che il torneo è già considerato l'evento sportivo dell'anno, in Australia e nel continente asiatico; esso ha catturato l'attenzione di un numero di spettatori superiore all'Australian Open di tennis - iniziato ieri - e del Gran Premio di Melbourne di Formula 1.
La competizione ha un vasto seguito anche in nazioni del continente, come India e Thailandia, che non sono riuscite a centrare la qualificazione per la fase finale del torneo; tra queste vi è anche l'Indonesia, dove il calcio è uno sport molto popolare e ogni partita viene vista con interesse e partecipazione da un numero record di telespettatori. A conferma della passione per il calcio, gli internauti indonesiani sono al terzo posto per numero di contatti al canale dedicato su YouTube della Confederazione asiatica del calcio. Anche in Medio oriente il numero degli appassionati che seguono la rassegna continentale è in continuo aumento e sono sempre più numerosi i siti web dedicati alla manifestazione, in cui appassionati e utenti si ritrovano per commentare e discutere la partite in cartellone.
Fra l'altro la passione per il pallone è costata cara a un gruppo di 13 ragazzi di Mosul, seconda città dell'Iraq, da mesi roccaforte delle milizie dello Stato islamico. Lo scorso 12 gennaio i jihadisti hanno giustiziato a colpi di mitra in una pubblica piazza il gruppo di giovani, perché sorpresi a guardare in tv il match che vedeva opposte l'Iraq e la Giordania. Essi avrebbero violato la sharia, la legge islamica, e per questo sono stati puniti con la morte e i loro corpi riversi a terra e abbandonati, da esempio per il resto degli abitanti.
Anche in Iran il calcio giocato va a braccetto con i dogmi imposti dalla religione islamica: i vertici della Federcalcio locale hanno annunciato punizioni severe ai calciatori che scatteranno fotografie o "selfie" con tifose e appassionate del "gentil sesso". Un monito che segue la pubblicazione sui social network nelle scorse settimane di immagini che ritraevano giocatori della nazionale in compagnia di giovani sostenitrici. Del resto nel Paese degli ayatollah alle donne è vietato assistere a manifestazioni sportive in cui sono impegnati gli uomini, sebbene un numero crescente di spettatori (e spettatrici) stia seguendo le partite della nazionale alla Coppa d'Asia.
Tornando al calcio giocato, va sottolineata la prima partecipazione in assoluto della Palestina alla Coppa asiatica, grazie alla qualificazione strappata ai danni delle Filippine; contro la Giordania, nel secondo match della fase a gironi, i palestinesi hanno anche segnato la prima rete ufficiale del torneo.
Attorno alla manifestazione si è creato un giro di scommesse miliardario, con gli esperti che danno per grandi favorite (la vittoria è pagata 3,50) i padroni di casa dell'Australia e il Giappone, campione in carica e vincitore per quattro volte del torneo. L'ultima delle big è la Corea del Sud, che per diverso tempo ha tenuto alto nel mondo l'onore del continente asiatico; con due successi, tre secondi posti e quattro terzi posti, la nazionale di Seoul (quotata a 7) è quella con più storia nella competizione. Fra gli outsider troviamo la Cina, nazione che finora non è ancora riuscita a imporsi nel mondo del calcio come è avvenuto in altri sport; per questo di recente il governo ha promosso l'insegnamento del pallone nelle scuole e investito miliardi di yuan per lo sviluppo del settore. Una vittoria - peraltro improbabile - del Dragone è pagata fino a 23 volte.
Proprio attorno al mondo delle scommesse - questa volta illegali - si concentrano i controlli delle autorità continentali e dei vertici della federazione. Particolare attenzione viene dedicata alle partite fra le compagini cosiddette minori, dove cresce la possibilità che calciatori (sottopagati) prestino il fianco a combine per denaro. Del resto le partite "truccate" e i numerosi casi di doping sono una delle maggiori minacce alla crescita dei vari movimenti sportivi - nel calcio, come nelle altre discipline - dell'Asia. Come già emerso nei mesi scorsi, alla vigilia della Coppa del mondo di calcio in Brasile, il continente asiatico è "campione del mondo" delle scommesse clandestine e del gioco illegale, con un volume di affari multi-miliardario.