Tsai Ing-wen: Renderò Taiwan indispensabile al mondo
Nel giorno della festa nazionale della Repubblica di Cina, la presidente si scaglia contro Pechino, “fonte di conflitti” nello Stretto e nella regione. Il vicepresidente della Repubblica di Cina, Chen Chien-jen, parteciperà alla cerimonia di canonizzazione di Paolo VI e avrà un’udienza privata col papa Francesco.
Taipei (AsiaNews) – La presidente Tsai Ing-wen ha promesso di rendere Taiwan un membro “indispensabile” della comunità internazionale, accusando la Cina popolare di essere “fonte di conflitti” nello Stretto.
In un messaggio per i 107 anni della nascita della Repubblica di Cina, la festa nazionale di Taiwan che si celebra oggi, Tsai ha accusato in modo pesante Pechino di essere causa di tensioni con l’isola e di conflitti nella regione.
“Da qualche tempo, le pressioni militari e l’offensiva diplomatica unilaterale della Cina hanno non solo colpito le relazioni nello Stretto. Esse hanno anche sfidato profondamente lo status quo della pace e della stabilità nello Stretto di Taiwan”.
Tsai ha anche sottolineato che per rispondere alle sfide di Pechino ella cercherà maggior sostegno dagli Stati Uniti, dall’Europa e da altre nazioni libere per rafforzare il suo valore strategico. “Il miglior modo di difendere Taiwan è renderla indispensabile e insostituibile nel mondo”.
Il governo di Taiwan si considera la continuazione della Repubblica di Cina, fuggito sull’isola con Chiang Kaishek, alla presa di potere di Mao Zedong nel 1949. Per Pechino Taiwan è una “provincia ribelle” che va ricondotta alla madrepatria anche ricorrendo all’uso della forza.
In seguito al rifiuto di Tsai di accettare il principio della “unica Cina”[1] al momento della sua elezione a presidente, Pechino ha accresciuto le sue pressioni diplomatiche e militari verso l’isola. Lo scorso aprile ha lanciato esercitazioni militari navali proprio attorno a Taiwan e in questi ultimi due anni ha strappato a Taipei cinque alleati diplomatici, riducendo a 17 le nazioni che riconoscono la Repubblica di Cina, fra cui il Vaticano.
Dopo l’annuncio di un accordo sulle nomine episcopali fra Pechino e la Santa Sede, a Taiwan si era temuto per breve tempo che questo preannunciasse un rivolgimento diplomatico. Ma l’accordo – come è stato spiegato dalla Santa Sede - è solo “pastorale” e non “politico”.
Intanto, come segno dei rapporti fra Taiwan e il Vaticano, il prossimo 14 ottobre, il vicepresidente della Repubblica di Cina, Chen Chien-jen, parteciperà alla cerimonia di canonizzazione di Paolo VI e avrà un’udienza privata col papa Francesco. Nell’occasione egli lo inviterà a visitare l’isola, finora mai visitata da un pontefice.
[1] Il principio della “unica Cina” stabilisce che vi è un solo Paese-Cina, anche se retto da due diversi governi, la Repubblica di Cina (Taipei) e la Repubblica popolare cinese (Pechino). Ognuno dei due governi però lo interpreta dal suo punto di vista. Anche gli Stati Uniti riconoscono l’unica Cina e vedono Taiwan come “parte della Cina”. Gli Usa hanno promesso la difesa militare di Taiwan se l’isola venisse attaccata e sottomessa con la forza.
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