Tokyo, Abe è partito per l’Iran: tenterà di mediare con gli Usa
Questa sera il premier incontrerà il presidente iraniano Rouhani; domani è in programma un vertice con l’ayatollah Khamenei. Trump, Netanyahu, i reali di Arabia Saudita ed Emirati: prima del viaggio, Abe si è assicurato il sostegno degli alleati. “Il Giappone vuole giocare il ruolo più decisivo possibile per la pace e la stabilità in Medio oriente”.
Tokyo (AsiaNews/Agenzie) – Questa mattina il primo ministro giapponese, Shinzo Abe, ha lasciato Tokyo per una visita di due giorni a Teheran. Nel tentativo di agire come mediatore tra Iran e Stati Uniti, prima di partire, Abe ha affermato di voler tenere chiari colloqui con la leadership iraniana per assicurare la stabilità in Medio oriente.
Ai cronisti presenti all’aeroporto Haneda, il premier ha dichiarato: “Vi sono preoccupazioni per le crescenti tensioni in Medio oriente: poichè la situazione attira le attenzioni della comunità internazionale, il Giappone vuole giocare il ruolo più decisivo possibile per la pace e la stabilità nella regione. Al fine di alleviare gli attriti, mi piacerebbe avere un franco scambio di opinioni”.
L'itinerario di Abe prevede un incontro con il presidente Hassan Rouhani nella serata di oggi ed un vertice con l’ayatollah Khamenei domani. Il ministro degli Esteri giapponese, Taro Kono, terrà colloqui con il suo omologo iraniano, Mohammad Javad Zarif, ore prima del vertice Abe-Rouhani.
Il viaggio offre ad Abe una rara opportunità di elevare il suo profilo diplomatico, in vista del vertice G20 in Giappone (28 e 29 giugno) e delle elezioni per i membri della Camera dei consiglieri – la camera alta del parlamento nipponico.
Prima di rendere ufficiale il viaggio, Abe si è assicurato il sostegno di importanti alleati. Durante una visita di Stato in Giappone, lo scorso mese il presidente Usa Donald J. Trump ha incoraggiato i tentativi del primo ministro di mediare un possibile dialogo tra Washington e Teheran, sfruttando le buone relazioni tra Tokyo e la Repubblica islamica. Abe ha anche parlato al telefono con il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, e con i reali di Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti.
All’origine delle tensioni tra Usa e Iran, vi è la decisione di Trump – nel maggio 2018 – di ritirarsi dall’accordo nucleare (Jcpoa) raggiunto a fatica dal predecessore Barack Obama, introducendo le più dure sanzioni della storia. Nel mirino di Washington, che ha rafforzato la presenza militare nell’area, le esportazioni di petrolio della Repubblica islamica. Teheran ha risposto minacciando una ripresa dell’arricchimento di uranio e ha puntato il dito contro le nazioni europee, cui spetta il compito di salvare ciò che resta dell’accordo nucleare. Il Giappone è stato a lungo uno dei maggiori importatori di petrolio dall’Iran.
27/05/2019 09:03
14/06/2019 09:01