21/01/2023, 08.51
CINA
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Tibet: più di 220mila anziani potrebbero morire di Covid-19

Lo rivela studio di International Campaign for Tibet. Gli ultrasessantenni i più vulnerabili. Si attende il picco di contagi in questi giorni di festa per il Capodanno lunare. La stima presentata per il Tibet è “conservativa”. Serve maggiore trasparenza da parte delle autorità. Discriminazioni nella somministrazione dei vaccini.

Pechino (AsiaNews) – Più di 220mila tibetani con più di 60 anni potrebbero morire quest’anno di Covid-19. È una proiezione contenuta in un rapporto pubblicato nei giorni scorsi dall’organizzazione umanitaria International Campaign for Tibet.

Dopo l’improvvisa cancellazione della politica zero-Covid di Xi Jinping a inizio dicembre, l’Organizzazione mondiale della sanità ha espresso preoccupazione per la diffusione del virus nelle aree periferiche della Cina durante le festività del Capodanno lunare, che cade oggi. Nell’ultima settimana milioni di cinesi si sono spostati per raggiungere le proprie famiglie nelle zone rurali del Paese, meno attrezzate dal punto di vista sanitario.

Studi effettuati da istituti di ricerca nazionali e stranieri stimano che più di 1,6 milioni di cinesi potrebbero perire per il morbo polmonare nel 2023. Al momento mancano dati precisi sull’andamento della curva epidemica: come accaduto anche allo scoppio della pandemia a fine 2019, le autorità forniscono scarse informazioni.

International Campaign for Tibet afferma che il calcolo presentato è “conservativo”, e che il numero di vittime effettivo non potrà essere conosciuto senza maggiore trasparenza dal governo cinese.

Secondo Radio Free Asia, le riaperture decise dalle autorità dopo i tumulti di fine novembre hanno portato subito a un incremento delle morti di Covid nella regione autonoma del Tibet. Per la gran parte si tratta di anziani e persone con patologie pregresse.

Statistiche ufficiali mostrano che ci sono circa 693mila tibetani oltre i 60 anni e 82.700 con più di 80. International Campaign for Tibet sostiene che le morti finora registrate sono il risultato anche di atti discriminatori contro la comunità tibetana. Alcune fonti hanno rivelato al gruppo umanitario che le autorità avrebbero escluso i residenti tibetani più anziani dalla terza dose di vaccinazione ai primi del 2022.

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