Thien An, pressioni e ingerenze: monaci benedettini contro le autorità locali
Il Comitato popolare provinciale chiede il trasferimento del superiore per le sue proteste contro gli espropri al monastero. Da tempo il governo mira ad impossessarsi degli oltre 110 ettari di foresta protetta e sradicare la pratica religiosa. La struttura attaccata da teppisti per impaurire i cattolici e convincerli ad abbandonare l’area.
Hanoi (AsiaNews) – I monaci del monastero benedettino di Thiên An, nell’arcidiocesi di Huế (provincia centro-settentrionale di Thừa Thiên Huế), protestano contro l'ingerenza delle autorità nella vita della loro comunità. Sostenuti dai cattolici locali e da associazioni interconfessionali come il Vietnam Interreligious Council, essi accusano in un documento il presidente della provincia ed il suo vice di abuso di potere e pressioni per allontanare il loro superiore, p. Nguyễn Văn Đức.
“Queste persone – si legge nella lettera di protesta firmata dai monaci – hanno dimostrato di infrangere la legge; hanno violato l’ordinamento e sono intervenuti negli affari interni di un’organizzazione religiosa; hanno offeso la dignità e l'onore dei monaci e del padre superiore del monastero di Thiên An Huế. Hanno inoltre istigato altri a trasgredire la legge del Vietnam”.
Seppur riconosciuto dalla legge del Vietnam, il monastero è al centro di una dolorosa disputa con il regime comunista, che da tempo mira ad impossessarsi degli oltre 110 ettari di foresta protetta che la circonda e sradicare la pratica religiosa. Da anni l’amministrazione locale intende requisire l’area e l’annessa struttura, per metterla a disposizione di un’agenzia di viaggi. La struttura ospita sacerdoti, suore, religiosi e seminaristi che svolgono attività pastorale (al servizio di cattolici e fedeli di altre religioni), in tre diverse chiese della città. Il monastero di Thiên An Huế e la pineta sono i polmoni della città di Huế e attraggono milioni di visitatori. La regione ne beneficia da un punto di vista ecologico e spirituale. L’arcidiocesi di Hue, che comprende due province, conta circa 70mila fedeli e 78 parrocchie.
In un rapporto del 23 dicembre, il Comitato popolare della provincia aveva offeso la dignità p. Nguyễn Văn Đức ed interferito illegalmente negli affari interni del monastero. I funzionari accusano il sacerdote di contravvenire alla legge, protestando contro i tentativi di esproprio. Al fine di creare dissenso all’interno del monastero e della comunità cattolica, hanno perfino suggerito il suo trasferimento al superiore generale dell’Ordine benedettino.
La gente del posto ed alcuni esperti legali vietnamiti dichiarano pubblicamente che “il Comitato del popolo della provincia ha ‘assunto’ la funzione di Agenzia investigativa, di istituto di Procura e di Corte pur di ‘asserire’ che p. Nguyễn Văn Đức agisce in violazione della legge. Tuttavia non sono in possesso di alcuna ‘sentenza’ o ‘disposizione’ di un tribunale. Non vi sono inoltre prove a sostegno di ciò che affermano”.
Il monastero, fondato il 10 giugno 1940 da alcuni missionari francesi, è spesso oggetto degli attacchi di teppisti assoldati dalle autorità locali per impaurire i cattolici e convincerli ad abbandonare l’area. A questi si aggiungono i raid di poliziotti che, a più riprese, hanno fatto irruzione nella struttura e minacciato di occuparla. La croce e la statua di Gesù Cristo, dissacrate lo scorso 28 giugno, erano già state distrutte nel 2015, nel 2016 e prontamente ricostruite da monaci e fedeli.
07/07/2016 11:27