Telangana: scandalo in ospedale alza il velo sul commercio d'organi
Scoperto nel distretto di Rangareddy un racket che coinvolgeva medici dal Karnataka e dal Tamil Nadu, tra le persone sfruttate anche delle vedove. In India almeno 200mila pazienti avrebbero bisogno di un trapianto di rene ma in un anno si effettuano appena 7.500 interventi "legali" per lo scarso numero di donazioni.
Mumbai (AsiaNews) - I funzionari della sanità del Telangana, insieme alla polizia di Rachakonda, hanno scoperto un racket illegale di trapianti di rene che operava nell'ospedale Alakananda, una struttura privata a Saroor Nagar, nel distretto di Rangareddy. Gli interventi, che hanno avuto luogo la sera del 16 gennaio, sono stati eseguiti da medici provenienti da altri Stati presso l'ospedale. Donatori e riceventi erano presumibilmente collegati attraverso intermediari, la cui identità non è stata rivelata.
L'operazione è venuta alla luce dopo che una soffiata anonima ha portato le autorità a indagare sull'ospedale, che funzionava senza le dovute autorizzazioni. Secondo quanto riferito, il racket coinvolgeva medici di altri Stati, tra cui Karnataka e Tamil Nadu, che venivano attirati con incentivi finanziari per eseguire trapianti di rene illegali in collaborazione con il personale dell'ospedale. L'ufficiale medico e sanitario del distretto di Rangareddy Venkateshwar Rao ha confermato che durante un'ispezione sono state trovate quattro persone nell'ospedale, due donatori di reni e due riceventi, tutti provenienti da Karnataka e Tamil Nadu. “Quando sono stati interrogati, hanno dichiarato di essere stati operati per un'appendicite. Li abbiamo trasferiti al Gandhi Hospital per ricevere cure mediche migliori”, ha spiegato.
Il racket dei reni sembra essere stato gestito da Saroornagar, nella parte orientale del Telangana, ma ha collegamenti con luoghi come Chennai, Bengaluru e Vizag, dove risiedono alcuni dei suoi operatori chiave. Le vittime, tra cui vedove di Trichy, nel Tamil Nadu, sarebbero state ingannate da un intermediario che le ha spinte a donare i loro reni per il trapianto a riceventi sconosciuti e apparentemente benestanti. L'intermediario avrebbe promesso ai donatori 400mila rupie ciascuno (circa 4.400 euro ndr), per complessivi 5 milioni di rupie (oltre 55mila euro ndr), ma li avrebbe poi piantarli in asso senza pagare.
In seguito alla vicenda l'ospedale Alakananda è stato chiuso il 22 gennaio. Un membro della direzione è stato arrestato. Ora dovrà rispondere per violazione della legge sui trapianti di organi umani, dal momento che non aveva nemmeno le autorizzazioni necessarie per eseguire interventi di trapianto. Tutti i chirurghi riconosciuti colpevoli di coinvolgimento nel racket saranno cancellati dall’albo. Il dottor Srinivas Gundagani, vicepresidente del Consiglio medico di Telangana, ha ammesso le lacune nella sorveglianza, affermando: “Possiamo agire solo dopo aver ricevuto le denunce”.
Commentando ad AsiaNews la vicenda, il dr. Pascoal Carvalho - già membro indiano della Pontificia Accademia per la Vita - ha dichiarato che “è anche questo un tema che ha a che fare con la tutela della vita. I trapianti di reni dovrebbero essere effettuato nel rispetto delle norme etiche e legali”. La carenza di organi in India è problema molto grave. Secondo dati del 2022 a fronte di oltre 200mila pazienti che necessitavano di un trapianto di rene, gli interventi effettuati sono stati solo 7.500 trapianti (circa il 3,4%). La Legge sul trapianto di organi e tessuti umani del 1994 vieta la vendita di organi e consente solo la donazione tra familiari stretti o per motivi altruistici, senza alcuno scambio di denaro. Ma è una disposizione che viene facilmente aggirata proprio a causa della forte domanda e alla disponibilità di tecnologie all'avanguardia e personale chirurgico qualificato. Proprio il Telangana nel 2024 era al primo posto anche nella graduatoria dei trapianti di organi avvenuti con procedure legali nel Paese.
“Fino a qualche anno anche poveri abitanti dei villaggi di Myanmar venivano attirati a donare i loro reni a ricchi pazienti del loro Paese in ospedali privati di Delhi per interventi di trapianto - ricorda ancora Carvalho -. Le recenti riforme adottate dal governo indiano lo scorso anno consentono una maggiore flessibilità nei requisiti di età e residenza per le donazioni altruiste. Credo che sia la strada giusta da seguire per promuovere la cultura della donazione e stroncare queste pratiche moralmente inaccettabili”.
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11/08/2016 11:13