Tamil Nadu, nazionalisti denunciano un tempio indù per aver fatto entrare delle suore
L’ingresso delle religiose avrebbe “offeso il sentimento indù”. Il tempio di Sri Ranganathaswamy a Srirangam non consente l’accesso a fedeli di altre religioni nell’area dedicata all’adorazione. Sacerdote: “Non possiamo opporci al loro credo”.
Mumbai (AsiaNews) – Esponenti del Bjp (Bharatiya Janata Party, partito nazionalista indù) e di altri gruppi nazionalisti hanno denunciato l’amministrazione di un tempio indù del Tamil Nadu, “colpevole” di aver fatto entrare alcune suore. L’incidente è riportato da The Hindu, uno dei più famosi quotidiani indiani. Secondo i querelanti, l’ingresso delle suore cattoliche vestite con la tonaca in un luogo di culto indù avrebbe “offeso il loro sentimento religioso” e la visita del gruppo di consacrate sarebbe stata effettuata “per deridere la sacralità del tempio”.
La denuncia è ad opera di Sethu Aravind, membro del comitato esecutivo statale del Bjp, e di rappresentanti dei movimenti fondamentalisti indù militanti: Vishwa Hindu Parishad (Vhp), Hindu Alaya Meetpu Iyakkam e Anaithu Hindu Iyakkam. Il fatto è avvenuto l’8 maggio nello Sri Ranganathaswamy Temple di Srirangam, un’isola nella città di Tiruchirappalli. Le suore facevano parte di un gruppo di turisti provenienti dal Kerala.
La visita ha suscitato la furia dei radicali quando suoi social network si è diffusa l’accusa che le suore avrebbero estratto dalle tasche il rosario e iniziato a pregare all’interno del tempio indù. Sulle piattaforme di messaggistica online sono circolate anche fotografie delle religiose riprese mentre passeggiano vicino il “Thousand Pillar Mandapam”, una sorta di teatro in granito adornato da 1000 colonne.
In seguito alla diffusione delle immagini, alcuni fedeli si sono lamentati con l’amministrazione del tempio e sporto denuncia alla polizia di Srirangam. I funzionari hanno confermato che le suore indossavano la tonaca durante il tour, ma hanno anche chiarito che esse non hanno pregato all’interno del tempio. Inoltre, dopo che le autorità hanno chiesto loro di lasciare il luogo sacro indù a causa delle vesti religiose, le suore non hanno opposto resistenza e sono uscite senza indugio. Le autorità spiegano poi che l’ingresso a visitatori di altre confessioni è vietato nei “Sannidhis” [la parte dedicata all’adorazione delle divinità, ndr].
P. Sebastian Michael svd, consigliere del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso, riferisce che “il tempio di Srirangam di Tiruchirappalli è uno dei templi in cui non è permesso l’ingresso ai cristiani. Anche se siamo in un mondo globalizzato, è loro diritto impedire l’accesso a persone di altre religioni. Non possiamo opporci al loro credo”. Allo stesso tempo, sottolinea, “è troppo duro [il trattamento riservato] alle suore, che non conoscevano le regole vigenti nello Stato. Ciò che ci sorprende di più è che i gruppi politici indù interferiscono con gli affari religiosi. Nonostante questo, continuiamo a credere nel dialogo. C’è molta buona volontà e cooperazione tra le religioni. Molti leader religiosi indù ci invitano ai loro incontri religiosi e noi facciamo altrettanto con i nostri”. Secondo p. Michael, che è anche professore di Antropologia culturale e membro della Commissione per il dialogo interreligioso dell’arcidiocesi di Mumbai, “esiste una buona collaborazione tra indù e cristiani. I problemi sorgono quando partiti politici o gruppi dalla mentalità non aperta iniziano a viziare la situazione e piccoli incidenti assumono enormi proporzioni”.
30/04/2018 08:55