Tamil Nadu, l’evangelizzazione è possibile anche nei campi profughi
Nel territorio della diocesi di Tuticorin risiedono 56 famiglie dello Sri Lanka. Ci sono anche delle comunità cristiane di base che “condividono la Parola di Dio”.
Mumbai (AsiaNews) – L’evangelizzazione “è possibile anche nei campi profughi”. È quanto riferisce ad AsiaNews p. Lution, sacerdote incaricato delle comunità cristiane di base (Basic Christian Communities, BCCs) della diocesi di Tuticorin, nel Tamil Nadu. Qui ci sono campi profughi dei tamil, scappati durante la guerra civile in Sri Lanka. “Le persone vivono come rifugiati – afferma p. Lution – ed esistono comunità cristiane di base che condividono la Parola di Dio nella comunità e la applicano nella vita di tutti i giorni”.
AsiaNews ha incontrato il sacerdote a margine del Simposio nazionale su “Comprendere l’Amoris Laetitia nella situazione indiana”, tenutosi al St. Pio X College di Mumbai dal 13 al 15 ottobre. Egli opera con i cristiani che vivono nella zona della parrocchia di M. Kottur [suddivisione dell’India, ndr].
P. Mariadas Lipton, parroco della Amala Annai Church di M. Kottur, riferisce che nel territorio della sua parrocchia “ci sono 56 famiglie, di cui la maggior parte proviene da un villaggio dello Sri Lanka. Per loro celebro l’eucaristia due volte la settimana, il mercoledì e la domenica, presso la cappella di sant’Antonio, situata all’interno del campo”.
Egli conferma la presenza di comunità cristiane di base che “frequentano gli incontri con regolarità e diffondono la Parola [di Dio, ndr] oltre ad attuare programmi per aiutare gli altri. Molti [profughi] studiano e lavorano all’esterno del campo, grazie ai permessi speciali che gli vengono accordati. Le condizioni in cui vivono sono buone, anche perché il governo offre loro un sussidio mensile e razioni di cibo. L’educazione è gratuita, così come la sistemazione nelle case e la corrente elettrica”.