Tamil Nadu, cristiani aggrediti: mons. Machado chiede rispetto per la libertà religiosa
L'arcivescovo di Vasai ha chiesto di lasciare che la legge faccia il proprio corso dopo l'arresto di un funzionario locale accusato di aver aggredito alcuni cristiani. I membri di un'organizzazione nazionalista indù hanno protestato davanti alla stazione di polizia chiedendone il rilascio.
Chennai (AsiaNews) - “Il carattere multireligioso e multiculturale dell'India e la spiritualità del Paese devono essere sostenuti per difendere la vita, promuovere la pace tra i popoli e prendersi cura del creato, la nostra casa comune. La libertà per la quale i nostri antenati hanno lottato dovrebbe essere all'ordine del giorno per tutti, soprattutto per proteggere i più deboli”. Sono le parole di mons. Felix Machado, arcivescovo di Vasai e segretario generale della Conferenza episcopale cattolica dell’India dopo un caso di cronaca che vede coinvolti alcuni fedeli cristiani e i membri di Munnani Hindu, un’organizzazione nazionalista indù con sede nello Stato meridionale del Tamil Nadu.
Il 7 agosto, dopo l’arresto di un funzionario locale di nome Uthman che avrebbe aggredito un predicatore cristiano e due fedeli, alcuni estremisti indù hanno protestato davanti alla stazione di polizia. I militanti hanno accusato gli agenti di sostenere le attività di conversione religiosa dei tre cristiani.
Secondo una prima ricostruzione, Uthman avrebbe aggredito il predicatore Spendi Labersan e due suoi amici giunti in città per visitare un parente a Golden Nagar, vicino a Nanjundapuram. I membri di Munnani Hindu sostengono che Uthman abbia semplicemente interrogato Labersan mentre predicava in un luogo pubblico in favore della conversione religiosa. Labersan nella sua denuncia dice di essere stato bloccato, minacciato e infine aggredito.
“È una questione di diritto giudiziario, se qualcuno non è d'accordo con le convinzioni o le azioni di un altro è libero di ricorrere a vie legali”, ha spiegato l’arcivescovo Machado ad AsiaNews. “La polizia ha effettuato gli arresti nell'ambito dei suoi compiti e delle sue procedure legali, per cui dobbiamo lasciare che la legge faccia il suo corso”.
“La libertà religiosa è sancita nel preambolo della Costituzione, praticare e propagare la fede è un diritto, e se questo è stato violato, la legge può essere applicata e i tribunali possono decidere”, ha aggiunto il prelato. “Ci sono restrizioni alla predicazione, non è un campo libero. Dobbiamo anche rispettare le libertà degli altri, ma nessuno può impedirci di mantenere lo spirito del preambolo”.
“Le nostre tradizioni religiose sono diverse. Ma le nostre differenze non sono causa di conflitti e dispute, né di pregiudizi”, ha continuato ancora l’arcivescovo, ricordando che la settimana prossima il Paese festeggerà il 75mo anniversario dell’indipendenza: “75 anni sono un periodo di tempo per acquisire maturità e saggezza come nazione”.
“Abbiamo ereditato un grande patrimonio, il Mahatma Gandhi è stato un testimone eccezionale e coraggioso della verità, dell'amore e della non violenza”, ha proseguito ancora mons. Machado.
“Il mio auspicio è che si eviti ogni tipo di campanilismo e di restrizione nei confronti delle persone e si vada oltre l'orizzonte ristretto dei propri interessi per aprirsi a un confronto vero e sincero impegnato nella tutela dei diritti fondamentali ovunque e da parte di tutti, rimanendo in ogni momento fedeli alla Costituzione indiana, e che tutti siano accettati come fratelli o sorelle".