Suore protestano ad Hanoi e Saigon: le autorità espropriano i loro conventi
I progetti per la costruzione di complessi commerciali sui terreni espropriati. Aggredita una religiosa che tentava di impedire la ripresa dei lavori. Decine di religiose della Comunità delle suore vietnamite di San Paolo marciano nel centro di Hà Nội. A Saigon, le suore combattono per il rispetto di un accordo siglato nel 1975. Le autorità tentano di appropriarsi di edifici destinati ad uso scolastico.
Hanoi (AsiaNews) – Le suore di due conventi situati nelle “terre dorate [quelle con più valore economico - ndr]” delle due maggiori città del Paese protestano contro le autorità locali. I governi tentano di costringerle a rinunciare alla legittima proprietà della loro terra, per lasciar posto alla costruzione di complessi commerciali.
Decine di religiose della Comunità delle suore vietnamite di San Paolo hanno marciato ieri attraverso il centro di Hà Nội, prima di portare la protesta per ore davanti all'ufficio del Comitato popolare del distretto di Hoàn Kiếm (foto). Esse denunciano la costruzione illegale di un complesso commerciale sul loro terreno. Il giorno prima, la costruzione nel sito è ripresa dopo un breve periodo di stallo dovuto ai reclami del card. Peter Nguyễn Văn Nhơn, arcivescovo di Hà Nội. Nel tentativo di impedire la ripresa dei lavori, una suora ha tentato di bloccare l'ingresso del monastero. La religiosa ha subito l’aggressione di un gruppo di teppisti inviati a sostegno degli operai, che l’ha ridotta in stato di incoscienza.
Fondata nel 1883, la Comunità delle suore vietnamite di San Paolo ha sede nel centro di Hanoi. L'edificio è stato confiscato quasi per intero dal governo comunista nel 1954. Una piccola parte è stata restituita alle suore quando esse hanno aperto un dispensario per i poveri, una residenza per bambini orfani ed un rifugio per ragazze. Ora il governo ha approvato e avviato in modo frettoloso la demolizione del palazzo, per costruire un edificio di cinque piani. Dal 2011, l'arcidiocesi di Hanoi, legittima proprietaria della struttura in cima alla quale è ancora visibile una croce, ha più volte manifestato la sua protesta contro la violazione dei diritti legittimi dei cattolici. Le autorità avevano interrotto la costruzione. Ma ora, dopo una campagna di repressione contro una setta coreana, ora estesa a tutte le religioni per promuovere l'odio tra religiosi e non religiosi, le autorità cittadine ritengono sia il momento giusto per riprendere il progetto.
Nel sud del Paese, ad Ho Chi Minh City (Saigon), il governo comunista chiede ancora una volta alla Comunità delle amanti della Santa Croce nel distretto di Thủ Thiêm di abbandonare il loro monastero per aprire la strada alla costruzione di nuovi progetti urbani nell’area. Le suore sono in Vietnam dalla fondazione della comunità, nel 1840. Dopo la caduta di Saigon, l'unificazione del Paese e la presa del potere da parte dei comunisti del Nord, le suore hanno ceduto la gestione delle scuole primarie a beneficio del Dipartimento dell’educazione di Ho Chi Minh City. L’accordo siglato risale al 5 dicembre 1975. Il documento stabilisce in modo chiaro che l'arcidiocesi di Saigon ha concesso al governo l'uso dei locali per l'anno scolastico 1975-76 solo a scopo didattico, mentre la proprietà rimane nelle mani della Chiesa cattolica. Inoltre, qualora essi vengano utilizzati per scopi diversi da questo, l'accordo afferma che “entrambe le parti devono dichiarare il proprio consenso”.
Le scuole sono chiuse dal 5 settembre 2011. Le autorità locali hanno destinato una di queste (la scuola elementare Thủ Thiêm nel Distretto 2) ad ospitare uffici governativi e una stazione di polizia locale. Hanno anche iniziato le pratiche burocratiche per il trasferimento di proprietà, che equivale all'esproprio delle strutture dalle religiose. Negli ultimi 12 anni, le autorità locali hanno esercitato ripetute pressioni sulle suore, affinché esse lasciassero il loro storico convento, il più antico di Saigon, per aprire la strada alla costruzione di nuovi progetti di aree urbane. Questa settimana, la pressione ha raggiunto il suo apice in un'atmosfera antireligiosa alimentata dai media statali. Al momento, nel monastero di Thủ Thiêm vi sono 381 suore con voti perpetui, 98 suore con voti temporanei, 33 novizie e circa 100 postulanti.