Sumatra: in un mese le autorità bloccano la costruzione di cinque chiese
Jakarta (AsiaNews) - Dal 16 dicembre scorso a oggi almeno cinque chiese cristiane della provincia di Jambi, nell'isola di Sumatra (nella zona occidentale dell'arcipelago indonesiano), hanno dovuto interrompere i lavori di costruzione a causa dei blocchi imposti dalle autorità, dietro pressioni della frangia estremista islamica. L'ultimo caso - dopo i quattro avvenuti a dicembre 2013 - risale ai giorni scorsi ed è avvenuto nel distretto di Bungo. Come spesso accade in queste occasioni, dietro l'ordine di fermare il progetto emanato dall'amministrazione locale vi sarebbe la mancanza del famigerato Imb, il permesso di costruzione indispensabile per la realizzazione di un edificio, religioso o civile.
L'iter per la costruzione di una chiesa in Indonesia - cattolica o protestante - è complicato e possono trascorrere da cinque a dieci anni prima di ottenere tutte le autorizzazioni. Il procedimento è regolato dall'Izin Mendirikan Bangunan (Imb), delibera scritta che permette l'apertura di un cantiere ed è rilasciato dalle autorità locali. La vicenda si complica se si tratta di un luogo di culto cristiano: serve infatti il nulla osta di un certo numero di residenti e del gruppo per il dialogo interreligioso. Spesso subentrano "non meglio precisate motivazioni" che spingono i funzionari a bloccare i progetti, dietro pressioni di movimenti radicali islamici.
Firdaus, capo villaggio di Pasir Putih, conferma che la recente chiusura del cantiere per la costruzione di una chiesa protestante nell'area è di natura "amministrativa" e dovuto alla mancanza del permesso di costruzione. Egli aggiunge di aver inviato diversi richiami a voce e lettere di avvertimento ai leader della comunità, avvertendoli delle irregolarità presenti nelle procedure. La decisione di bloccare i lavori della chiesa nel distretto di Bungo è "in linea con la legge", avverte, e "non vi sono ragioni di carattere discriminatorio o questioni di natura confessionale".
Tuttavia, il pastore Pangaribuan spiega che la comunità vive e opera sul territorio dal 2004 e "finora non si sono mai registrati problemi", fino all'intervento delle autorità che hanno imposto il blocco dei lavori. I vertici cristiani auspicano una risoluzione rapida della controversia, ma Tommy Usman - responsabile locale della sicurezza - avverte che è già pronto un altro progetto per l'area. Una chiesa nella zona è fonte di "disturbo sociale" e per questo l'amministrazione locale intende sostituire il luogo di culto con abitazioni private. Per Usam anche i responsabili della chiesa avrebbero acconsentito a modificare la destinazione d'uso, quindi "la vicenda è conclusa".
L'Indonesia, nazione musulmana più popolosa al mondo, è sempre più spesso teatro di attacchi o episodi di intolleranza contro le minoranze, siano essi cristiani, musulmani ahmadi o di altre fedi. Nella provincia di Aceh - unica nell'Arcipelago - vige la legge islamica (sharia), in seguito a un accordo di pace fra governo centrale e Movimento per la liberazione di Aceh (Gam), e in molte altre aree si fa sempre più radicale ed estrema la visione dell'islam fra i cittadini. Inoltre, alcune norme come il permesso di costruzione - il famigerato Imb - vengono sfruttate per impedire l'edificazione o mettere i sigilli a luoghi di culto, come è avvenuto nel West Java contro la Yasmin Church. La Costituzione sancisce la libertà religiosa, tuttavia la comunità è vittima di episodi di violenze e abusi. Fonti locali riferiscono che, nel solo mese di dicembre, almeno cinque luoghi di culto cristiani hanno dovuto chiudere i battenti a causa delle pressioni esercitate dagli islamisti.
03/06/2014