14/07/2015, 00.00
NEPAL
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Stregoneria in Nepal: condannate due donne per l’omicidio di un bambino

di Christopher Sharma
Le pratiche magiche sono diffuse nelle comunità indù nel sud del Paese. Per onorare gli dei e imparare la stregoneria i santoni impongono l’omicidio dei bimbi e l’estrazione del loro sangue fresco. Gli adulti invece vengono bruciati vivi. Investigatori sospettano altri crimini non denunciati.

Kathmandu (AsiaNews) - Il tribunale del distretto meridionale di Rautahat in Nepal ha condannato due persone, una donna e la sua insegnante di pratiche guru indù, per aver ucciso un bambino di tre anni e averne estratto il sangue al fine di imparare l’arte della stregoneria. Si tratta di Mahadevi Yadav e della santona Chhabilal Raya, alle quali i giudici hanno imposto il carcere a vita e la confisca di tutte le proprietà.

Il fatto risale a tre anni fa, quando le due donne sono state arrestate con l’accusa di aver ucciso il piccolo Nitesh, figlio di Ganesh Raya Yadav, di appena tre anni. Il caso ha portato alla luce rituali magici ancora molto diffusi tra i superstiziosi indù che abitano nel sud del Paese. Secondo gli investigatori infatti, nelle regioni meridionali povere si pratica l’uccisione di bambini e gli uomini vengono bruciati vivi in nome della stregoneria.

Dopo la lettura del verdetto, Mahadevi Yadav ha ammesso: “La mia insegnante Chhabilal Raya mi ha chiesto di trovare un bambino, ucciderlo e offrire il suo sangue fresco per rendere onore agli dei. Ho dovuto farlo per imparare la stregoneria. Ho solo assassinato un bambino. Ci sono molte persone che praticano la stregoneria e anche loro uccidono perché gli insegnanti dicono che se non si ammazza un bambino e se ne estrae il sangue fresco, non possiamo possedere una conoscenza completa”.

Badri Prasad Lamichhane, un funzionario della corte di appello di Hetaunda, ha dichiarato al termine della seduta: “Noi siamo stati informati di questi rituali magici ma non sapevamo che venivano anche sacrificati dei bambini e il loro sangue veniva offerto per apprendere questa pratica superstiziosa”. I due giudici, Kumar Prasad Pokhrel e Sarita Sharma, hanno scritto nella sentenza che le donne hanno commesso un “crimine efferato per imparare la superstizione”. Hanno definito l’omicidio “inumano”, perciò entrambe “meritano di essere punite”.

Lamichhane riferisce: “Nei tribunali sono rappresentati pochi casi. Potrebbero verificarsi molte altre pratiche malvagie. La corte giudicherà casi simili e condannerà i colpevoli a pene severe per scoraggiare tali comportamenti”. Il sospetto che esistano molti crimini sconosciuti viene confermato anche da Krishna Gautam, ufficiale anziano di polizia e capo dell’ufficio per le donne e i bambini. “Noi siamo in allerta - dice - e sospettiamo che ci siano molti più crimini. Le pratiche delle stregoneria sono predominanti nelle comunità indù superstiziose del sud del Nepal. Uccidere un bambino per questi scopi malvagi è un crimine. Dobbiamo rendere le persone più consapevoli ed evitare che casi come questi si ripetano”.

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