Stati Uniti: Opzione militare contro Pyongyang, ‘ se dobbiamo’. Moon: No all’escalation
Alla riunione d’emergenza del Consiglio di sicurezza Onu, l’ambasciatrice Usa spinge per nuove sanzioni anche contro i Paesi che hanno rapporti con la Corea del Nord, cioè la Cina. Pechino e Mosca: ridurre la tensione. Il presidente sudcoreano: Sanzioni e pressioni devono spingere al dialogo e non distruggere la pace.
New York (AsiaNews) - Gli Stati Uniti sono pronti a usare la loro “considerevole forza militare” - “se dobbiamo” - contro la crescente minaccia del lancio di missili intercontinentali della Corea del Nord. Lo ha detto Nikki Haley, ambasciatrice degli Stati Uniti all’Onu ieri sera durante un incontro di emergenza del Consiglio di sicurezza dell’Onu, radunato su richiesta di Usa, Giappone e Corea del Sud.
Due giorni fa Pyongyang la compiuto un test missilistico con un razzo che potrebbe raggiungere anche l’Alaska. Per gli Stati Uniti si tratta di una netta escalation guerriera che va fermata con nuove sanzioni, ma anche con la minaccia militare.
La Haley ha affermato che nei prossimi giorni presenterà al Consiglio di sicurezza una risoluzione che richiede la risposta di tutta la comunità internazionale con nuove sanzioni contro Pyongyang, che colpiscano il suo commercio, ma anche i Paesi che continuano ad avere relazioni con la Nordcorea, come la Cina.
Su un incremento delle sanzioni è d’accordo la Francia. Cina e Russia, sebbene condannino i test della Corea del Nord, continuano a domandare una riduzione della tensione da parte di tutti. E domandano agli Stati Uniti di congelare le esercitazioni militari congiunte con la Corea del Sud in cambio del blocco del programma nucleare del Nord e dei suoi test missilistici. Pechino e Mosca esigono anche lo smantellamento del sistema anti-missilistico Thaad.
Il presidente sudcoreano Moon Jae-in, in visita in Germania in questi giorni, ha fatto sapere che egli è favorevole a nuove sanzioni contro il Nord. Allo stesso tempo ha sottolineato che le pressioni vanno usate per spingere Pyongyang ad unirsi al tavolo delle trattative, e non per mettere a rischio la pace. Moon ha riconosciuto che il programma missilistico del Nord procede in modo “più veloce di quanto previsto”. Per questo è necessaria una risposta dura al lancio di due giorni fa, ma occorre sforzarsi nel “controllare la situazione” per prevenire una imprevedibile escalation. Le sanzioni, ha detto, “devono essere usate come un mezzo per portare il Nord al tavolo del dialogo per la sua de-nuclearizzazione”. Di per sé, da sole, le pressioni e le sanzioni “non devono operare per distruggere la pace”.
31/10/2017 08:57
24/06/2020 08:39