14/09/2018, 10.49
GIAPPONE
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Spopola un film sull’amore e l’amicizia ai tempi di internet (Video)

L’anime ha fatto enorme successo in Giappone e nel mondo. La tecnologia non è il fine, ma lo strumento per scoprire l’altro. La modernità giapponese incontra la sua tradizione religiosa.

Tokyo (AsiaNews) – Una “semplice e bella” storia di amicizia, in cui la tecnologia è strumento per conoscere l’altro, destinato a lasciare spazio alla memoria del cuore e a una domanda urgente: “Come ti chiami?”. È l’analisi che p. Andrea Lembo, superiore generale del Pime in Giappone, fa di “Kimi no na wa” (Il tuo nome), film d’animazione del regista Makoto Shinkai. Nel 2017, la pellicola ha sbancato i botteghini giapponesi, ottenendo successo anche nel resto del mondo.

Mitsuha e Taki, liceali giapponesi, conducono due vite molto diverse: la giovane abita in un villaggio di montagna (Itomori) insieme alla nonna sacerdotessa, la sorella minore e un padre (sindaco) assente. Taki è il classico adolescente di Tokyo, la cui vita è scandita da scuola, lavoro part-time e uscite con gli amici. Le loro vite si mescolano all’improvviso, quando un giorno si svegliano ognuno vivente con il corpo dell’altra. Qui entra in gioco il cellulare: per non rovinarsi la vita a vicenda, i due scrivono un diario della giornata vissuta nel corpo dell’altro. Il loro insolito rapporto s’interrompe in modo brusco. Disperato, Taki cerca la ragazza, ma scopre un’amara verità: Mitsuha e gli abitanti di Itomori sono morti tre anni prima, quando il frammento di una cometa si è schiantato sul paese. Ma il giovane non si arrende, pronto a sfidare il tempo stesso per salvarla.

“Questo film ha smosso una coscienza positiva sull’uso delle chat”, afferma il sacerdote. “È una semplice e bella storia di amicizia e amore, veicolata da un mezzo di comunicazione. In questo racconto, la tecnologia non è il fine, ma lo strumento per capire quello che sta succedendo e vivere nello spazio e nel tempo l’uno dell’altro. Poi il mezzo di comunicazione viene meno, perché i messaggi si cancellano. Quello che rimane, nella memoria del cuore, è il sentimento profondo di aver conosciuto nell'intimo una persona. Resta una ‘retro-memoria’ e tutto si coagula in ‘quale è il tuo nome?’”. In Giappone, il nome ha una grande importanza anche per via degli ideogrammi, i kanji. “Quando si dà il nome a un bambino, scegliere i kanji è dare il significato della vita”.

“Un secondo punto molto bello – continua p. Lembo – è che il film fa vedere al contempo l’estremo progresso del Giappone e la bellezza della tradizione religiosa del Paese. La ragazza vive in un tempio di cui la nonna è sacerdotessa. Lo scambio di personalità unisce queste due anime, le fa incontrare e armonizzare con il tempo moderno. All’inizio, a lei va stretta la vita del paese. Però, attraverso quest’incontro, si affeziona a questo mondo che sta per essere distrutto e vuole salvarlo”.

“In questa storia di amicizia, di amore, c’è una bellissima storia di salvezza: si amano in modo così profondo che lui, anche davanti agli amici, si espone in questa pazzia e va alla ricerca di lei. C’è questa bellissima scena di una notte in preghiera, lì dove la ragazza con la nonna aveva portato il sake. In molte religioni vi è il passaggio della notte in preghiera per avere un’illuminazione al mattino, e anche nello shinto non mancano”. Ancora un volta, nel film “si assapora la tradizione giapponese, facendola rivivere nel mondo contemporaneo in maniera molto positiva”.

“Il cartone animato ha fatto successo perché ha comunicato qualcosa di bello”, conclude p. Lembo parlando dell’emozione riscontrata in molti adulti e ragazzi con cui ha condiviso la visione del film. “È tutto scritto nel cuore…veicolato da uno strumento! E grazie a Dio che avevano il cellulare!”

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