Siro-malabaresi: ancora scontro nell'arcidiocesi di Ernakulam-Angamaly
I sacerdoti contro l'amministratore apostolico mons. Andrews Thazhath, nominato da papa Francesco nell'agosto scorso. Nodo del contendere è sempre il rito "unificato" della celebrazione eucaristica adottato dal Sinodo di questa Chiesa di rito-orientale, ma non accettato dalla comunità locale. Ad aprile il pontefice aveva scritto all'arcidiocesi: "Non possiamo creare divisione, non possiamo permetterci di dare scandalo”.
Kochi (AsiaNews) – Non si placano le tensioni nell’arcidiocesi Ernakulam-Angamaly, quella dove da tempo è più acceso lo scontro intorno alla liturgia “unificata” adottata dal Sinodo della Chiesa siro-malabarese. I sacerdoti dell'arcidiocesi hanno diffuso ieri una nota molto dura contro l'amministratore apostolico, l'arcivescovo Andrews Thazhath, scelto da papa Francesco nell’agosto scorso dopo le dimissioni dell’arcivescovo vicario Antony Kariyil, che aveva scelto di non procedere con l’attuazione della riforma liturgica nell’arcidiocesi proprio per la presenza di una forte opposizione nel clero e nelle comunità locali.
I sacerdoti accusano l’amministratore apostolico di aver trasformato “la nostra madre”, l'arcidiocesi, in uno “stato di polizia”. L’allusione è alla richiesta di protezione avanzata alle forze dell’ordine da mons. Thazhath, contrapposta all'invito di papa Francesco a essere "pastori con l'odore delle pecore". I sacerdoti chiedono che sia accordato a mons. Kariyil (l’ex vicario metropolitano che si è dimesso) il permesso di vivere all'interno dei confini dell'arcidiocesi. Inoltre sollecitano ancora una volta il riconoscimento e l'approvazione a livello locale della liturgia eucaristica completamente rivolta verso i fedeli come variante liturgica, insieme alla completa restituzione di alcuni ammanchi subiti dall'arcidiocesi per operazioni fondiarie sbagliate compiute nel 2017. I firmatari del documento dichiarano che fino a quando queste loro richieste non saranno soddisfatte, i pagamenti statutari delle parrocchie non saranno effettuati all'arcidiocesi e che l'amministratore arcidiocesano e i suoi sostenitori non saranno invitati a nessuna cerimonia.
Questo nuovo capitolo dello scontro arriva dopo che l'arcivescovo Thazhath ha sostenuto la necessità per l'arcidiocesi di Ernakulam-Angamaly di allinearsi come le altre 34 diocesi della Chiesa siro-malabarese al compromesso adottato dallo scorso avvento per avere un’unica modalità di celebrazione della Santa Qurbana, la liturgia eucaristica di questa Chiesa di rito orientale. Dopo una discussione durata anni nel Sinodo dei vescovi della Chiesa siro-malabarese tenutosi nell’agosto 2021 era stato stabilito che il celebrante sia rivolto verso la congregazione per la prima metà della celebrazione, per poi girarsi verso l’altare nella parte della consacrazione.
In questo scontro papa Francesco aveva dato nell’aprile scorso un’indicazione molto precisa con una lettera indirizzata all’arcidiocesi di Ernakulam-Angamaly, invitando a “non mettere in discussione il traguardo stabilito dal Sinodo” di un’unica modalità di celebrazione della liturgia eucaristica nella Chiesa siro-malabarese. Nel testo il pontefice – pur riconoscendo di chiedere al clero e ai fedeli locali “un passo sofferto e doloroso” - aggiungeva che “non possiamo vivere divisi, non possiamo creare divisione, non possiamo permetterci di dare scandalo”.