22/08/2022, 10.19
PAKISTAN
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Sindh, operatore sanitario indù rischia il linciaggio per (falsa) accusa di blasfemia

di Shafique Khokhar

Ashok Kumar accusato di aver profanato il Corano. In realtà vi sarebbero questioni personali e scontri con la persona che lo ha denunciato. Quando si è sparsa la voce, una folla ha cercato di uccidere l’uomo, prelevato dalla polizia che lo ha poi arrestato. Nuovo appello degli attivisti contro gli abusi legati alla norma.

Hyderabad (AsiaNews) - Ashok Kumar, operatore sanitario pakistano di religione indù ha rischiato il linciaggio in base a una (falsa) accusa di blasfemia, per aver profanato il Corano. A innescare la vicenda una denuncia presentata alla stazione di polizia di Hyderabad, nel Sindh, da un residente dell’area, Dandu Khan, che avrebbe avuto in precedenza una forte discussione con l’accusato.

Gli inquirenti hanno aperto un fascicolo in base alla sezione 295B del Codice penale: fonti locali spiegano che Khan ha saputo da un cliente di nome Nabeel di una profanazione del Corano avvenuta nel vicino Rabbi Center. Giunto sul posto, egli ha interrogato Kumar e non avendo ricevuto risposte soddisfacenti lo ha ritenuto responsabile del gesto contro il libro sacro. 

Quando si è sparsa la voce del presunto atto di blasfemia, una folla si è radunata nell’area con l’obiettivo di farsi giustizia da sé e uccidere l’uomo, salvato grazie all’intervento della polizia che lo ha tratto in arresto. Al momento del fermo gli agenti hanno spiegato che, dalle prime indagini, è emerso che l’operatore sanitario è vittima di una controversia personale con un abitante della zona. 

In passato il Pakistan è stato teatro di attacchi, violenze e uccisioni di persone accusate - anche ingiustamente e senza prove - di blasfemia: lo scorso anno un cittadino dello Sri Lanka è stato bruciato vivo a Sialkot; qualche anno prima a morire per mano di una folla inferocita è stata una coppia cristiana a Kasur. 

Interpellato da AsiaNews Naveed Walter, presidente di Human Rights Focus Pakistan (Hrfp), ha condannato la vicenda, legata ancora una volta a un uso delle leggi sulla blasfemia per dirimere controversie personali. Egli auspica che i colpevoli siano consegnati alla giustizia e si è appellato alle autorità perché interrompano la pratica di abuso legata alle controverse norme, anche nei luoghi di lavoro e nei confronti di minoranze sottopagate, sfruttate e private dei diritti. “Vi è un motivo - afferma - se la maggior parte degli operatori sanitari è soggetta a numerosi problemi di salute. Inoltre, in carcere vi è una questione aperta legata alla sicurezza per Ashok Kumar e anche per la sua famiglia, cui dovrebbe essere garantita la tutela” da parte dello Stato. Samson Salamat, presidente di Rwadari Tehreek, invoca provvedimenti severi verso quanti “diffondono odio e terrore” nei riguardi della comunità indù. “L’ultimo incidente a Hyderabad - conclude - è un esempio cristallino dei tentativi di colpire le minoranze religiose col pretesto delle accuse di blasfemia, quando il vero responsabile anche in questo caso era un musulmano”. 

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