Seoul: il governo non lascia il potere, per l'opposizione è un 'secondo colpo di Stato'
Il Partito democratico ha definito un "atto illegale e incostituzionale" il tentativo del governo di passare il potere al primo ministro e al capo del partito, mettendo in disparte il presidente Yoon Suk-yeol. Per ora il People Power Party al governo, però, non ha offerto soluzione allo stallo politico. Mentre l'opposizione sta cercando di forzare il braccio di ferro attraverso le vie legali.
Seoul (AsiaNews/Agenzie) - L’opposizione della Corea del Sud ha accusato il governo, guidato dal People Power Party (PPP), di aver inscenato un “secondo colpo di Stato”. Dopo essersi rifiutati di approvare la mozione di impeachment nei confronti del presidente Yoon Suk-yeol, che aveva proclamato (e poi revocato) la legge marziale, i membri del partito conservatore hanno chiesto un’uscita “ordinata” del presidente, che avrebbe accettato di abbreviare il mandato e di non immischiarsi negli affari esteri e interni.
I suoi poteri, sempre secondo i deputati del PPP, sarebbero ora passati al primo ministro, Han Duck-soo (nei confronti del quale l'opposizione ha già chiesto indagini) e al capo di partito. Un “atto illegale e incostituzionale” ha commentato Park Chan-dae, capogruppo del Partito democratico, che da aprile controlla l’Assemblea nazionale, il Parlamento della Corea del Sud.
Secondo la costituzione sudcoreana, il presidente rimane capo del governo e comandante in capo dell’esercito a meno che non sia inabile, si dimetta o rinunci all’incarico. Solo in questi casi il potere può essere trasferito - in maniera provvisoria, fino a che non si tengono elezioni - al primo ministro. Gli esperti legali sudcoreani concordano sul fatto che un presidente non possa delegare la propria autorità mentre è in carica. Per sospendere i poteri presidenziali, resterebbe come unica opzione l’impeachment, la messa in stato di accusa, che però nel fine settimana è stata respinta.
Il People Power Party ha così generato uno stallo politico da cui non essere sembra in grado di uscire (anche a causa delle divisioni interne al partito) e che potrebbe portare ad altre azioni spregiudicate. Se Yoon Suk-yeol venisse deposto, dovrebbero essere indette elezioni entro 60 giorni e per il partito conservatore significherebbe, probabilmente, perdere il potere. Già da mesi gli indici di gradimento nei confronti del presidente erano scesi a circa il 25%.
Finora non è bastato sacrificare come capro espiatorio l’ex ministro della Difesa, Kim Yong-hyun, che nei giorni scorsi si è dimesso assumendosi la “piena responsabilità” della proclamazione della legge marziale. Anche diversi responsabili dell’ufficio presidenziale hanno lasciato l’incarico, ieri pure il ministro dell’Interno.
A complicare ulteriormente la situazione, questa mattina il ministero della Difesa ha confermato che spetta al presidente il comando delle forze armate, per cui, in caso di incidenti in politica estera (per esempio, con la Corea del Nord), in teoria dovrebbe essere ancora Yoon a poter prendere decisioni esecutive.
Una circostanza inaccettabile per l’opposizione, che sta cercando di forzare il braccio di ferro con il governo attraverso le vie legali. Una commissione parlamentare ha oggi approvato un disegno di legge (che verrà votato domani in Assemblea nazionale) per nominare un procuratore speciale permanente - un ruolo su cui il presidente non può porre il proprio veto - per indagare sulle accuse di tradimento contro Yoon.
Nella lista degli indagati, oltre a Yoon, all’ex ministro della Difesa e all’ex capo di stato maggiore dell’esercito, Park An-su, sono stati inseriti il primo ministro Han Duck-soo, il capo delle operazioni controspionaggio, Yeo In-hyung, e Choo Kyung-ho, capogruppo del PPP.
Dopo la revoca della legge marziale, il leader del Partito democratico, Lee Jae-myung, aveva detto che il suo partito avrebbe continuato a proporre mozioni di impeachment ogni settimana. Oggi ha ancora una volta esortato il presidente a dimettersi, sostenendo che le azioni di Yoon stanno "distruggendo" il Paese e l’economia. Oltre al crollo delle azioni coreane in borsa (con prezzi di chiusura ai livelli più bassi mai registrati dall’inizio dell’anno), il Korea Times ha segnalato preoccupazione riguardo ai contratti di esportazione d’armi, dopo che Kirghizistan e Svezia (ma presto potrebbe aggiungersi anche la Polonia) hanno già annullato alcuni incontri previsti nei prossimi giorni.
21/10/2022 12:28
22/02/2022 10:14