Seoul, dopo anni di gelo, la Park incontrerà in privato il giapponese Shinzo Abe
Seoul (AsiaNews) – Con la conferma ufficiale da parte del governo giapponese, Seoul si prepara ad ospitare il primo incontro faccia a faccia fra la presidente coreana Park Geun-hye e il leader nipponico Shinzo Abe. È la prima volta che i due capi di Stato si accordano per un bilaterale, durante il quale verranno trattati anche gli argomenti che da tempo dividono le due nazioni. Fra queste, la controversa questione delle “donne conforto” e quella dei libri scolastici di storia “nazionalizzati” dall’esecutivo sudcoreano. L’incontro rientra in un summit a tre che vedrà anche la partecipazione del premier cinese Li Keqiang.
L’evento inizierà il prossimo 1 novembre a Seoul. Secondo diversi analisti, si tratta di un’occasione che ha le potenzialità per divenire “storica”. Le tre nazioni dell’Asia orientale, infatti, sono divise su diversi argomenti che spaziano dalla diplomazia all’economia; inoltre, la presenza americana nell’area e la volontà di Washington di controbilanciare l’influenza di Pechino sarebbero messe a rischio da un accordo asiatico.
Per il momento le previsioni parlano di un incontro preparatorio. Da una parte vi sono alcuni aspetti che incoraggiano le speranze cinesi di trovare nuovi alleati: la Park, ad esempio, ha rotto la coalizione degli Stati alleati e si è recata a Pechino per la massiccia parata di settembre, definita dagli Usa “una prova di forza” del presidente Xi Jinping. Inoltre, il Giappone ha annunciato di “prendere in considerazione” l’idea di aderire alla nuova “Super-Banca” asiatica fondata dalla Cina. Da parte sua, Pechino ha più volte ventilato la possibilità di accordi economici e industriali con Tokyo e Seoul volti a creare un hub commerciale senza pari al mondo.
Ma le differenze restano molte. L’incontro fra Abe e la Park potrebbe quanto meno aprire a una distensione dei rapporti, incrinati sin dall’inizio del secolo scorso con l’invasione giapponese della penisola coreana e le seguenti violazioni ai diritti umani della popolazione locale. Le “donne conforto” sono infatti più un simbolo che un problema reale: si tratta di quelle donne che, secondo Seoul, vennero trattate come schiave del sesso e inviate alle truppe nipponiche durante la II Guerra mondiale. Tokyo, da parte sua, si difende sostenendo che il traffico di esseri umani non era gestito dall’esercito o dal governo, ma da parte di trafficanti “privati”.
Il summit è un’occasione anche per la Cina, che da anni porta avanti diverse contese territoriali con il Sol Levante al quale contesta l’alleanza “di ferro” con gli Stati Uniti. Anche se la presenza di Li Keqiang – e non del presidente Xi Jinping – abbassa leggermente l’ufficialità dell’incontro, va detto che il premier ha le deleghe sull’economia e potrebbe quindi puntare la sua partecipazione su questo campo.
Jeff Kingston, direttore degli Studi asiatici della giapponese Temple University, spiega: “Anche se arrivano soltanto ad aumentare un poco la fiducia reciproca sarà un gran risultato. Se si concentrano su economia e sicurezza, lasciando da parte la storia e le questioni territoriali, possono andare anche oltre. La loro relazione è troppo importante per essere trattata come è stato fatto fino ad ora”.
07/05/2018 12:04
21/02/2019 09:46