17/12/2024, 15.53
HONG KONG
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Scanner contro schede bianche e nulle, l'ultima beffa sulle elezioni a Hong Kong

Al voto per il rinnovo del Consiglio legislativo - per cui dal 2021 possono concorrere solo candidati "patrioti" - le autorità pro-Pechino avrebbero voluto introdurre l'anno prossimo anche delle speciali "urne intelligenti" per segnalere all'elettore eventuali "errori" nella compilazione della scheda. La proposta è stata ritirata dopo poche ore per le ovvie obiezioni sulla segretezza del voto. 

Hong Kong (AsiaNews) - “Urne intelligenti” per avvertire gli elettori nel caso esprimano il loro voto in maniera errata. Nel sempre più surreale processo elettorale di Hong Kong, l’amministrazione locale stava studiando la possibilità di introdurre anche questa “innovazione” in vista del rinnovo del Consiglio legislativo (LegCo), il "parlamento locale" il cui mandato quadriennale scadrà nel 2025. Una proposta poi ritirata nel giro di poche ore per le ovvie obiezioni suscitate rispetto alla segretezza del voto.

Vale la pena di ricapitolare che cosa siano già diventate le elezioni del LegCo, dopo la stretta imposta da Pechino per reprimere le manifestazioni pro-democrazia del 2019 a Hong Kong: dopo il rinvio (ufficialmente causa pandemia) della tornata prevista per il 2020, il 19 dicembre 2021 il voto si tenne già con i principali esponenti delle forze di opposizione in carcere per aver organizzato elezioni primarie per provare a coalizzarsi e vincere in tutti i collegi (unico modo per ottenere la maggioranza, visto che un’ampia quota di seggi del LecCo è riservata a rappresentanti designati da organismi pro Pechino). Alle elezioni di tre anni fa furono dunque ammessi solo "patrioti", cioè candidati fedeli alla linea imposta a Hong Kong da Xi Jinping.

Non fu una sorpresa, dunque, rilevare nelle elezioni del 2021 un crollo della partecipazione al voto che scese al 30,2% degli elettori, 28 punti percentuali in meno rispetto alle precedenti elezioni del 2016, nelle quali era ancora possibile esprimere un’opinione diversa, pur in un sistema dove il capo dell’esecutivo era comunque imposto dall’alto. Anche tra i circa 1.350.000 elettori che si recarono alle urne, però, ve ne furono 27.495 (poco più del 2%) che riconsegnarono la scheda con un voto non valido, esprimendo così in un altro modo il proprio dissenso.

Ora il governo di John Lee a Hong Kong sembrava voler impedire anche questa possibilità, attraverso - appunto - le “urne intelligenti”, nelle quali un particolare scanner, prima di inserire la scheda, segnalerebbe all’elettore che non ha espresso il voto in maniera appropriata. Ovviamente il tutto viene presentato come un “servizio” in più, per prevenire errori nella compilazione della scheda. Ma tanta solerzia in un sistema minato alla radice dall’impossibilità di votare liberamente, ha fatto sollevare un sopracciglio persino ad alcuni dei componenti dell’attuale LegCo, che pure non più di qualche mese fa hanno votato all’unanimità e a tempo di record l’ulteriore stretta varata con l’approvazione della nuova versione della Legge sulla sicurezza nazionale ai sensi dell’articolo 23 della Basic Law di Hong Kong.

Nel dibattito sono state sollevate perplessità rispetto alla segretezza del voto e alla possibilità di optare per la scheda bianca. Obiezioni a cui il segretario per gli Affari costituzionali e i rapporti con il Continente Erick Tsang ha replicato sostenendo che gli scanner non sarebbero in grado di associare le schede all’elettore e alla sua carta d’identità, negando così l’esistenza del problema. E anche il capo dell'esecutivo John Lee ha dichiarato ai giornalisti che le elezioni si svolgeranno “in un modo per cui gli elettori troveranno le disposizioni soddisfacenti”. Il 18 dicembre, infine, ad appena due giorni dal dibattito al Consiglio legislativo, il Comitato per gli Affari costituzionali ha annunciato la marcia indietro: "accogliendo i consigli ricevuti" il progetto delle "urne intelligenti" verrà accantonato. 

Va ricordato che a Hong Kong anche solo fare propaganda per il voto nullo è reato. In un contesto del genere appare evidente che le “urne intelligenti” avrebbero funzionato come ulteriore strumento di pressione psicologica per scoraggiare anche le forme più nascoste di dissenso.

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