Scandalo tangenti Fifa: sempre più a rischio l’assegnazione dei mondiali a Russia e Qatar
Mosca (AsiaNews/Agenzie) - Russia e Qatar rischiano di perdere l’assegnazione della Coppa del mondo di calcio del 2018 e del 2022, nel caso in cui dovessero emergere prove certe di corruzione. È quanto afferma Domenico Scala, alto ufficiale della Fifa, il massimo organismo internazionale del calcio, travolto da uno scandalo senza precedenti che ha portato alle dimissioni del neo-rieletto presidente dell’organismo, lo svizzero 79enne Joseph “Sepp” Blatter. I due Paesi respingono al mittente ogni accusa e negano malaffare o tangenti nell’iter che ha portato, a suo tempo, all’assegnazione della massima competizione calcistica. E lo stesso alto funzionario Fifa afferma che, finora, non sono emerse prove di corruzione.
Scala, già capo dell'Audit and Compliance Commitee, afferma che se emergeranno “prove” che l’assegnazione della competizione a Russia e Qatar “è frutto di voto di scambio”, allora i giochi “verranno cancellati” e si provvederà a una nuova votazione. Tuttavia, ha aggiunto l’alto funzionario, “in nessuno dei due casi sono emerse prove concrete”.
In queste ultime ore il Sunday Times ha diffuso registrazioni segrete, in cui emergerebbero episodi di corruzione anche nei mondiali di calcio del 2010, che avrebbero dovuto essere assegnati al Marocco, poi andati al Sudafrica dietro pagamento di mazzette. Questo capitolo, che sembra chiamare in causa anche in questo caso l’ex presidente Blatter, è parte dell’inchiesta lanciata dall’Fbi sul massimo organismo del calcio mondiale e i suoi più alti governanti.
Ismail Bhamjee, uno dei 24 membri del comitato esecutivo Fifa, riferisce che il voto segreto per i mondiali del 2020 avrebbe premiato il Marocco per due voti, ma il risultato finale è stato poi truccato per favorire il Sudafrica (che avrebbe pagato una cifra superiore in tangenti).
Tra gli alti funzionari Fifa coinvolti vi è l’ex vice-presidente Jack Warner, che avrebbe ricevuto oltre un milione di dollari. Il quotidiano britannico afferma che “anche Sepp Blatter sapeva dei 10 milioni versati dal Sudafrica per avere i mondiali del 2010”; le prove sarebbero contenute all’interno di una mail (che finora non è stata resa pubblica) nella quale il segretario generale Fifa Jerome Valcke parla dei colloqui al riguardo ‘"tra il nostro presidente e il presidente Thabo Mbeki’’, all’epoca presidente del Sudafrica. Le registrazioni parlano infine di 1,2 milioni pagati dal Qatar per ottenere i Mondiali del 2022: una voce che è già circolata e che il Paese del Golfo smentisce con forza.
Il mese scorso sette alti funzionari Fifa - su 14 indagati, che devono rispondere di 47 diversi capi d'accusa - sono stati arrestati in una inchiesta di alto profilo, partita dagli uffici di un procuratore statunitense e che vedono proprio gli Usa in prima fila in questa campagna di pulizia all’interno del massimo organismo del pallone. Intanto le autorità svizzere hanno promosso una indagine parallela sull’assegnazione dei mondiali del 2018 (Russia) e 2022 (Qatar).
Analisti ed esperti di politica del pallone sottolineano due elementi importanti nel crollo del sistema calcio globale: il sostegno sempre più marginale e risicato attorno all’ex re e dominus della Fifa Sepp Blatter, confermato anche dal peggior voto che ne ha contraddistinto la breve rielezione a fine maggio (133 voti su 209 delegati). E ancora, le pressioni sempre più forti dei grandi sponsor internazionali - su tutti la Coca Cola - che hanno chiesto, se non imposto, una pulizia nel sistema calcio dopo gli scandali emersi dalle inchieste. All’indomani degli arresti il marchio internazionale delle bevande ha inviato una lettera privata, seguita da una dichiarazione pubblica in cui di fatto imponeva “azioni concrete” per restituire trasparenza e credibilità all’ambiente. A stretto giro, sono arrivate le dimissioni di Blatter.