Saigon, agenti in borghese aggrediscono leader della Chiesa buddista unificata
Ho Chi Minh City (AsiaNews/Agenzie) - Agenti della sicurezza in borghese hanno "intercettato e aggredito" un monaco di primo piano della Chiesa unificata buddista del Vietnam (Ubcv), nel contesto di una campagna di repressione in atto verso l'organizzazione religiosa. La stretta sul movimento si è inasprita nei giorni scorsi, in seguito all'annuncio dei vertici della Ubcv di voler procedere alla formazione di un nuovo comitato esecutivo. Le autorità hanno fermato il monaco Thich Chon Tam, da poco nominato segretario generale dell'istituto Sangha di Ubcv, mentre si trovava a bordo della propria moto in una strada di Ho Chi Minh City. A denunciare l'attacco è l'International Buddhist Information Bureau (Ibib), che in un comunicato diffuso ieri spiega come due macchine lo hanno fermato a un incrocio e agenti in borghese "sono scesi dalle vetture e hanno iniziato a colpirlo".
Tam, che è anche uno dei più stretti collaboratori del leader Ubcv e dissidente di primo piano Thich Quang Do (nella foto), ha chiesto aiuto ai passanti; in pochi istanti si è formata una piccola folla ad assistere alla scena. Dopo qualche minuto, il capo della spedizione ha detto che "per ora può bastare", allontanandosi assieme ai compagni. Fonti buddiste denunciano che "per diversi giorni" il monaco è stato oggetto di "una stretta sorveglianza e ripetute aggressioni". Lo scorso 8 gennaio le autorità della provincia centro-settentrionale di Thua Thien-Hue lo hanno espulso dalla zona e costretto a tornare a Saigon. L'amministrazione locale lo ha cacciato perché voleva partecipare alle commemorazioni in programma per il Memorial Day buddista.
Dal suo arrivo a Ho Chi Minh City, le autorità hanno attuato una "sorveglianza continua" presso la Tu Hieu Pagoda, dove alloggia Thich Chon Tam, "seguendolo ovunque vada". Commentando la vicenda, egli avrebbe sottolineato come Hanoi stia sostenendo solo "a parole" la religione buddista, con l'impegno preso a suo tempo di ospitare a maggio 2014 la Giornata internazionale di Vesak, che celebra la nascita del Buddha. Come è possibile per il Vietnam organizzare l'evento, chiede il monaco, se al contempo la polizia "picchia e intimidisce i religiosi buddisti in pieno giorno e per le strade di Saigon?".
I raid della polizia contro i monaci rientrano nel contesto di una "campagna di repressione in corso verso i nuovi membri del comitato esecutivo di Ubcv" che, come lo stesso Tam, sono stati scelti a inizio mese dal loro storico leader Thich Quang Do. L'Ibib riferisce che, dal primo gennaio scorso, giorno in cui è iniziata la repressione, la polizia di Hue ha arrestato almeno 23 membri del Buddhist Youth Movement (Bym), organizzazione giovanile affiliata a Ubcv. Tra questi vi è anche il neo leader Le Cong Cau, costretto ai domiciliari e impossibilitato a ricevere visite.
La Chiesa unificata buddista del Vietnam (Ubcv) è stata la principale organizzazione buddista nel Vietnam meridionale e centrale fino al 1975, quando il governo ha assunto la diretta amministrazione di tutte le sue proprietà e istituzioni. Nel 1981, in seguito al suo rifiuto di sottomettersi al Partito comunista, il governo - anche se non l'ha formalmente bandita - ha tentato di sostituirla con la Chiesa buddista vietnamita, di fatto controllata dallo Stato, ma la Ubcv non ha smesso la sua attività religiosa. Dagli anni '90 molti monaci sono stati arrestati, mentre il "Supremo Patriarca" Thich Huyen Quang - morto nel luglio 2008 - è stato spesso minacciato per la sua opposizione al governo e ha trascorso lunghi periodi agli arresti domiciliari nella sua pagoda.