06/12/2013, 00.00
THAILANDIA
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Sacerdote Pime: Avvento, la missione “ad gentes”, fra buddisti e musulmani thai

di Adriano Pelosin*
P. Pelosin, da 35 anni in Thailandia, traccia un primo bilancio della nuova parrocchia di San Marco a Pathumthani. Il desiderio di coinvolgere “i pochi cattolici” nella missione. Le visite alla comunità di Wat Sake, fra anziani abbandonati e giovani della malavita. Un pensiero alla madre scomparsa da pochi mesi, che “vive nella pienezza”.

Bangkok (AsiaNews) - P. Adriano Pelosin è un sacerdote del Pontificio Istituto Missioni Estere (Pime), originario di Loreggia, in provincia di Padova, da 35 anni in Thailandia. Egli ha speso la propria missione a lungo nelle baraccopoli della periferia di Bangkok, salvando bambini dalle violenze sessuali, tenendoli lontani dai trafficanti e dalla criminalità organizzata. Garantendo loro, al contempo, formazione scolastica e agevolando l'inserimento sociale e lavorativo. L'opera caritativa avviata da p. Pelosin è caratterizzata da otto case famiglia che ospitano più di 100 bambini. La Casa degli Angeli, in particolare, è dedicata ai bambini con disabilità gravi. Le case si trovano nel distretto di Pak Kret, a circa 30 km da Bangkok. P. Pelosin, assieme a volontari, suore ed educatori, ha fornito anche assistenza a 800 bambini che vivono in situazioni di difficoltà o disagio nelle baraccopoli.

Dal maggio di quest'anno l'arcivescovo di Bangkok mons. Francis Xavier Kriengsak Kovithavanij, gli ha affidato la cura della parrocchia di San Marco a Pathumthani. Il missionario, con lo zelo di sempre, ha intrapreso questa nuova avventura all'interno di una piccola comunità cattolica, immersa in un territorio a larga maggioranza buddista e musulmano. Egli ha fin da subito intrecciato uno stretto legame con la popolazione, soprattutto i non cristiani, in particolare gli anziani e i giovani con problemi di delinquenza e tossicodipendenza. La presenza dei cattolici in Thailandia ha una percentuale davvero esigua, appena dello 0,1% su una popolazione totale di 66,7 milioni di abitanti, ma è ricca di vitalità e spirito di iniziativa soprattutto nel sociale e nel settore dell'istruzione. Di seguito, la testimonianza di p. Pelosin:

All'inizio dell'Avvento - che ci riempie di speranza e di gioia nell'attesa del Nostro Signore che viene a salvare l'umanità - penso a tutti voi che, da anni, mi siete vicini con la preghiera, il pensiero e a volte con preoccupazione e sostegno materiale. Senza di voi sarebbe stato difficile arrivare fino ad oggi. Il 9 novembre scorso ho celebrato il 35mo anno del mio arrivo in Thailandia. Quest'anno devo ricordare in modo speciale una persona che mi ha seguito con tanto amore giorno per giorno tutta la mia vita, a cui devo tantissimo: la mia mamma Elvira, che il Signore ha chiamato a sé il 17 luglio. Lei non vive più nell'attesa (Avvento), ma nella pienezza; là, dove il Signore ci libera dal peso del peccato e della paura, e ci asciuga tutte le lacrime.

Il 2013 è stato un anno particolare. Dopo 26 anni di residenza nella casa del Pime a Nonthaburi dove il Signore mi ha condotto nelle baraccopoli, a iniziare  le case famiglia per i bambini abbandonati, ad aiutare l'Istituto Missionario Thailandese a fare i primi passi, dal 5 di maggio il Signore mi ha chiamato, attraverso un desiderio dell'arcivescovo di Bangkok, a fare il parroco di una piccola comunità cristiana a Pathumthani. La chiesa è intitolata  a San Marco.

Appena arrivato ho cercato di coinvolgere i pochi cattolici nella missione "ad gentes", rivolta ai non cristiani. Qui a Pathumthani siamo circa duecento cattolici con una popolazione di 300mila abitanti, la maggioranza buddhisti con pochi mussulmani. Ogni domenica uso le parole di Gesù nella liturgia  per aiutare i fedeli a sentirsi ispirati e felici di essere stati scelti per primi a conoscere la Buona Notizia della salvezza; di aver sperimentato per primi la gioia del perdono, la pace interiore di sentirsi amati da Dio Padre, avere la speranza di una vita eterna in Dio. Col mio assistente p. Rachata e alcuni fedeli, siamo andati a visitare molte delle famiglie cattoliche, abbiamo pregato insieme e le ho esortate a essere di buon esempio ai loro vicini di casa buddhisti e a cooperare con loro in ogni progetto per il bene comune.

Più tardi nell'anno, con alcuni cattolici, abbiamo cominciato a visitare una comunità a circa dieci chilometri dalla nostra chiesa, che si chiama Wat Sake e prende il nome del tempio buddhista. Le prime persone a venirci  incontro sono stati i bambini e fra di  loro si distingueva una piccola bambina molto sottile, senza denti, con la voce squillante, sorridente e vivacissima: si chiama "Fai" (Cotone). Tutti quei bambini vengono da situazioni familiari disastrose. I loro genitori sono in prigione per spaccio di droga, omicidio, furto, stupro di minori, o sono usciti di casa e mai tornati. I bambini vivono con le nonne. Le nonne mantengono i loro nipoti  raccogliendo rifiuti  per il riciclaggio; a volte ricavano abbastanza denaro per sfamare i nipotini... a volte  i nipotini devono andare al tempio buddhista e chiedere ai monaci parte della loro questua mattutina.

Abbiamo incontrato parecchi anziani soli, abbandonati dai loro figli; alcuni sono ammalati e nessuno si cura di loro. La loro tristezza è grande, sfiora la disperazione. Noi passiamo molto tempo ad ascoltare le storie di questi nostri nuovi amici. Ci aspettano ogni giorno. La signora Pa Kew (zia Gioiello)  ha tante cose da raccontarci, di quando era piccola e doveva lavorare come una schiava. Ci sono certi argomenti che continua a toccare, come quando il suocero ha provato a molestarla... o quando ha messo il veleno nel cibo di suo padre... non poteva sopportare che il padre picchiasse la madre violentemente.... o quando la nuora le ha rotto un braccio con un bastone e quando...

"Questo è il mio Karma": finisce sempre così la conversazione (per Karma si intende la legge della retribuzione per cui ogni azione buona ha la sua conseguenza buona e ogni azione cattiva ha le sue conseguenze cattive).  Allora beve e si ubriaca tutti i giorni...

Tuttavia, da un po' di tempo la Pa Kew non si ubriaca più. Le siamo stati molto vicini soprattutto durante il mese di ottobre, quando i seminaristi dell'Istituto Missionario Thailandese sono andati al Wat Sake ogni giorno.  Un giorno, dopo avere ascoltato la Pa Kew per alcune ore, le ho detto che c'è una persona che può liberarla dal suo Karma: "il Signore del karma stesso". L'ho portata alla chiesa di San Marco, le ho fatto vedere il crocifisso e le ho spiegato che il Signore del karma si è fatto uomo, ha preso su se stesso le azioni cattive degli uomini e ha pagato lui stesso con la sua morte. Poi è risorto e ha rotto la legge del karma per sempre. Era sorpresa e non voleva crederci... In seguito, le abbiamo comperato una buona cena ogni sera e siamo diventati amici, tanto che lei ci ha chiesto: "Ma perché vi interessate di questa vecchia senza significato... Chi sono io per voi?..".

Durante il giorno mentre passiamo da una casa all'altra non vediamo nessun giovane. Ci dicono che sono in  prigione o stanno dormendo; lavorano di notte... spacciano droga. All'inizio delle nostre visite c'era sempre un gruppo di donne che giocavano d'azzardo; noi non abbiamo mai commentato. Dopo due mesi  non abbiamo più visto nessuno giocare a carte. Un giovane pieno di tatuaggi e cicatrici, appena uscito di prigione per omicidio, mezzo ubriaco mi ha invitato a bere con lui e suoi amici. Mi ha detto: "So che tu, padre, vorresti farci diventare buoni; ma io ho un modo mio, chi mi contraria io gli sparo". Io l'ho abbracciato con compassione e anche lui mi ha abbracciato, mentre gli scendeva una lacrima.

Dal 15 al 18 ottobre abbiamo organizzato un breve campo-scuola. L'abate del tempio buddhista ci ha gentilmente concesso di usare un grande capannone, con sedie e tavoli. Noi abbiamo provveduto a tutto il resto: maestre, libri ,quaderni, penne,  giocatoli, pranzo a mezzogiorno e spuntino alle quattro. L'arcivescovo di Bangkok ha approvato l'acquisto di una casa sul terreno del tempio, per le attività dei bambini e anziani. Ci saranno un po' di  spese per metterla in ordine, ma anche a questo ci penserà l'arcivescovo  che è molto contento di questa iniziativa. Come vedete cerchiamo di rendere il Regno di Dio vicino a chi era lontano, così il Regno di Dio entra sempre più nel profondo del nostro cuore.

Anche a voi, io e i miei collaboratori, facciamo l'augurio di diventare vicini a chi si sente  lontano in Gesù, il figlio di Dio,  che si è fatto vicino scendendo dal Cielo e vivendo in mezzo a noi come uno di noi. Pregate per noi!

*Missionario del Pontificio Istituto Missioni Estere in Thailandia

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