Riforma dell’istruzione, cresce la tensione fra governo e studenti. Polizia "pronta all’azione”
Yangon (AsiaNews) - Continua il braccio di ferro fra polizia e studenti in marcia verso Yangon, per chiedere una riforma in chiave democratica dell'istruzione al vaglio in questi mesi del Parlamento. La situazione di maggiore tensione si registra nei pressi del monastero buddista di Letpadan, distante circa 140 dalla capitale commerciale del Myanmar; da ormai tre giorni le forze di sicurezza e i giovani si confrontano in modo aperto e nessuno dei dei due fronti pare intenzionato a cedere. Questa mattina gli agenti hanno formato una catena umana, sbarrando di fatto la strada alle centinaia di studenti presenti; la polizia ha lanciato anche una sorta di ultimatum, sottolineando che le autorità sono pronte a "passare all'azione" per fermare la protesta e "riportare ordine e legalità".
Gli studenti, determinati a marciare fino a Yangon, rispondono con slogan dai toni di sfida, fra cui "Questa è la nostra causa" e "Vinceremo!". Da più di un mese centinaia di giovani in varie parti del Paese sono scesi in piazza per chiedere modifiche alla riforma dell'istruzione elaborata dal Parlamento, che avrebbe un impianto di fondo "anti-democratico".
Nei giorni scorsi i rappresentanti degli studenti hanno accusato il governo di violare l'accordo - raggiunto di recente - sulla bozza di riforma. Secondo attivisti e universitari, il ministero dell'Istruzione avrebbe fatto circolare un documento diverso rispetto a quello oggetto dell'accordo, mentre le autorità continuano a lanciare minaccia contro i giovani in piazza.
Il fragile compromesso nei colloqui a quattro - governo, parlamentari, leader studenteschi e National Network for Educational Reform (Nner) - è stato raggiunto il 14 febbraio dopo giorni di tensioni e rotture, al termine di una lunga trattativa. Esso accoglie molte delle richieste dei giovani, fra cui la gestione indipendente di istituti e accademie in merito alle politiche educative e la formazione di sindacati liberi di studenti e insegnanti. Tuttavia, l'esecutivo avrebbe sconfessato la nuova bozza, definendola sono una "proposta", e continuando a lavorare sulla vecchia Legge di riforma, invisa agli studenti.
Fonti di AsiaNews vicine al movimento studentesco confermano che la situazione a Letpadan "è molto tesa", anche perché "alcuni poliziotti nella notte hanno fatto amicizia con i giovani", sono state "distribuite bevande" e "hanno fatto conversazione". Questo, aggiunge la fonte, "preoccupa molto le autorità". Attorno alla riforma dell'istruzione hanno ripreso nuovo vigore conflitti irrisolti e profonde fratture nel Paese e "vi sono rischi concreti di una deriva autoritaria e violenta".
Intanto la Chiesa cattolica birmana prega per una modifica pacifica e condivisa della riforma della scuola. Secondo il neo cardinale di Yangon Charles Maung Bo il problema educativo è uno dei sette dolori che affliggono il Paese; a parlarne è stato lo stesso porporato, nel corso dell'omelia pronunciata in occasione del 113mo anniversario del pellegrinaggio annuale al santuario mariano di Nyaunglebin.
Un tempo il sistema educativo del Myanmar era considerato fra i migliori di tutta l'Asia. Tuttavia, decenni di dittatura militare e lo stretto controllo su licei e università hanno determinato una involuzione che pesa ancora oggi sulla qualità e sulla libertà dell'insegnamento. E la minaccia, lanciata dagli studenti, di estendere a tutta la nazione le proteste non può che allarmare le autorità birmane: sono stati proprio gli studenti, nel 1988, a promuovere le prime proteste pro democrazia, represse poi nel sangue dall'esercito.
13/03/2015
10/03/2015