Ranon Phal: dalla Cambogia all’Italia con la passione per la pittura
L’incontro con i missionari del Pime e la grave malattia. Il periodo in Vietnam per curarsi e il viaggio in Italia. La scoperta dell’arte e la decisione di traferirsi in Italia. Da tre anni egli studia all’Accademia di Brera e sta per laurearsi: “Poi voglio tornare in Cambogia, per condividere con gli amici tutto quello che ho imparato”.
Roma (AsiaNews) – Dalla Cambogia all’Italia per curare una grave malattia per poi per studiare arte, la sua grande passione. È la storia di Ranon Phal, ragazzo cambogiano di 25 anni che AsiaNews ha incontrato a Roma, dove si trova per un periodo di vacanze.
Ranon è nato a Battambang [capoluogo dell’omonima provincia a ovest del Paese ndr] nel 1991. “Sono cristiano fin da piccolo – racconta – perché sono stato battezzato quando avevo un anno. Mia mamma non era cristiana a quei tempi ma si è fatta battezzare a 56 anni. Mio papà e i miei nonni erano invece cristiani”.
Ranon ha in sé il sangue di due popoli, cambogiano e vietnamita, che in Cambogia non sono in buoni rapporti fra di loro: “Mia nonna è vietnamita mentre mio nonno è cambogiano. È vero che c’è inimicizia storica fra i due popoli ma non tutte le persone si odiano, e a volte si sposano pure”.
Dopo qualche anno il ragazzo si trasferisce con i genitori, il fratello e la sorella, nella provincia di Banteay Meanchey, a nord-est, vicino al confine con la Thailandia. “Li – racconta – abitavamo nei pressi della parrocchia di p. Olivier Schmitthaeusler, che ora è diventato vescovo di Phnom Penh. A quei tempi mia mamma faceva la cuoca per lui, mentre mio padre curava la parrocchia e il giardino”.
Nel 2003, continua, “i miei genitori hanno trovato lavoro in un’altra provincia per New Humanity, la ong creata dal Pime. Mio padre ha lavorato lì fino al 2007, quando è morto perché molto malato”. Nel corso della mia educazione cristiana, racconta Ranon, sono stati importanti due missionari del Pime che operavano dove abitavo io: prima p. Mariano Ponzinibbi e poi p. Franco Legnani.
Nel 2009 la vita di Ranon cambia all’improvviso: “Ho scoperto di essere malato di leucemia. In quel periodo ho ricevuto l’aiuto di Paola Maiocchi, una missionaria laica del Pime che lavorava al centro St. Elizabeth di Phnom Penh. Lei mi portava in ospedale per fare gli esami del sangue e così hanno scoperto che ero malato”.
La situazione è complicata dal fatto che “in Cambogia non esistono ospedali in grado di curare la leucemia. Per questo motivo mi sono dovuto trasferire in Vietnam, ad Ho Chi Minh City”. Ranon rimane in ospedale per 48 giorni, completando un ciclo di chemioterapia: “A quel punto però il dottore che mi curava mi ha detto che non poteva più aiutarmi e che rischiavo di morire. Mi ha consigliato di cercare un altro ospedale”.
A Paola Maiocchi viene l’idea di chiedere all’ospedale San Raffaele di Milano se c’era la possibilità di ospitare il ragazzo per le cure. Dopo qualche mese arriva la risposta positiva: “Sono venuto in Italia e ci sono rimasto per otto mesi – racconta Ranon –. Dopo qualche settimana ho iniziato a stare meglio e alcuni amici mi hanno portato in giro per la città, a visitare i musei”.
Per il ragazzo è l’incontro con una cultura e un’arte sconosciute, che riaccende in lui una passione che coltiva fin da bambino: “Da quando avevo nove anni amo molto il disegno e la pittura, ma avevo imparato da solo, senza mai essere andato a scuola, per fare dei quadretti da regalare agli amici”.
Tornato in Cambogia per completare le scuole superiori, Ranon chiede a Paola se sia possibile trasferirsi in Italia per studiare arte. Deciso a tutti i costi a fare questa esperienza, “mi sono traferito a Phnom Penh per un anno, dove ho trovato dei lavori part-time mentre aspettavo che i documenti fossero pronti. Non è stato facile perché in Cambogia non c’è un’ambasciata italiana, e sono dovuto andare in Thailandia per compilare tutti i moduli”.
Nel 2013 finalmente la partenza. “Ormai sono tre anni che studio a Milano all’Accademia di Brera – racconta – e sto per laurearmi in pittura”. In questo periodo Ranon ha prodotto circa 60 opere: “Con i miei lavori ho già fatto qualche mostra insieme ad altri pittori, sia a Milano che in altre città. A marzo di quest’anno sono riuscito a portare alcuni quadri in Cambogia per allestire una mostra”.
I soggetti preferiti di Ranon sono gli edifici e i paesaggi urbani: “All’inizio dipingevo con acquarello – afferma – ma ora preferisco il pennarello in bianco e nero. Faccio anche ritratti a matita”.
Dopo la laurea Ranon vuole tornare in Cambogia: “Voglio lavorare là – spiega – e non vedo l’ora di rivedere i miei amici e mia mamma. Magari studierò ancora, ma non pittura. Voglio specializzarmi nella grafica d’animazione, anche se non abbandonerò mai la mia passione”. “Ora la mia salute è molto migliorata – racconta – ed è da quasi sette anni che non soffro più. La leucemia non dovrebbe più tornare. In Cambogia mi piacerebbe aprire una galleria e condividere la mia esperienza e la mia tecnica con gli altri ragazzi”.
02/05/2023 08:51