30/09/2024, 11.51
BANGLADESH
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Rangpur, studentesse indù costrette a indossare l'hijab: due insegnanti sospesi

di Sumon Corraya

Il fatto avvenuto in una scuola superiore femminile a Daspara, ha destato attenzione per i video circolati via social. Studentesse e genitori indù chiedono più sicurezza. Le violenze contro le minoranze aumentate dopo le dimissioni di Sheikh Hasina: a rischio anche le mille scuole cristiane del Paese. Il giornalista Mostofa Feroz: “Questo Paese appartiene a tutti".

Rangpur (AsiaNews) - Costrette a indossare l’hijab e bloccate dal leggere la Gita, testo sacro più importante per l’induismo. È quanto accaduto la scorsa settimana alle studentesse indù della scuola superiore femminile Uddin di Daspara, a Rangpur, nel nord del Bangladesh. Il gesto è stato prontamente condannato: l’accusa è ricaduta su due insegnanti, che sono stati sospesi. L’episodio ha scatenato le proteste delle studentesse e dei loro genitori. Mercoledì 25 settembre, le giovani indù hanno infatti preso parte ad una manifestazione nella scuola, chiedendo le dimissioni e la punizione degli insegnanti accusati, il preside Mofizur Rahman e l'insegnante di religione islamica Mostafizur Rahman. 

La protesta, a cui hanno partecipato anche i genitori, ha ottenuto una notevole attenzione dopo che sui social media sono circolate numerose testimonianze video in cui le studentesse esprimevano le loro rimostranze, accompagnate da hashtag come #HinduLivesMatter e #WeDemandSafety. Le violenze contro la comunità indù, la più consistente minoranza religiosa del Paese (8 per cento) a maggioranza musulmana, non sono una novità. Si sono difatti intensificate specialmente nell’ultimo mese a seguito delle dimissioni della prima ministra Sheikh Hasina, perché considerata vicina al suo partito di appartenenza, la Lega Awami, apertamente tollerante verso le minoranze di qualsiasi religione. 

La situazione ha richiesto l'intervento del vice commissario aggiunto Rezaul Karim, anche presidente del comitato di gestione della scuola. Karim, insieme alle forze dell'ordine e al personale dell'esercito, ha visitato la scuola per ristabilire l'ordine. A seguito di un'indagine iniziale, sia al preside sia all'insegnante di religione è stata notificata la temporanea sospensione; è stato anche emesso un avviso di garanzia che chiede loro di fornire spiegazioni sul fatto entro 10 giorni. Ataur Rahman - ufficiale responsabile della stazione di polizia Metropolitan Kotwali - ha confermato l'autenticità del video virale e ha dichiarato di essere stato presente. Ha assicurato che la situazione nell'area si è poi stabilizzata. Su iniziativa del vice commissario è stata composta una commissione d'inchiesta per indagare ulteriormente. Si attende l'esito dell’approfondimento mentre la comunità scolastica è alle prese con la controversia. 

Gli insegnanti accusati hanno negato le accuse contro di loro. Parlando con AsiaNews, Joynul Abden, musulmano, ha dichiarato: “L'Islam non impone la religione a nessuno. Così come non si può vietare a nessuno di indossare l'hijab, nessuno dovrebbe essere obbligato a portarlo”. Il giornalista Mostofa Feroz ha espresso le sue preoccupazioni su Facebook, scrivendo: “È un incidente profondamente deplorevole e allarmante. Dopo le dimissioni del governo di Sheikh Hasina, alcuni potrebbero credere che il Paese si sposterà verso uno Stato islamico, ma dovrebbero ricordare che questo Paese appartiene a tutti. Costringere le studentesse indù a indossare l'hijab è del tutto sbagliato e provocatorio”.

Alcuni esperti avvertono che se il governo di Muhammad Yunus non affronta questi episodi di radicalismo islamico, il Bangladesh potrebbe avere un futuro simile a quello dell'Afghanistan o del Pakistan. I cristiani gestiscono circa mille scuole e college nel Paese. Un insegnante cattolico di Dinajpur, distretto vicino a Rangpur, che ha voluto rimanere anonimo, ha dichiarato ad AsiaNews che nelle scuole gestite dalla Chiesa è aumentato il numero di studentesse che indossano burka e hijab, sostituendo l'uniforme scolastica. Egli ha espresso il timore che se un partito politico come il Bangladesh Jamaat-e-Islami dovesse prendere il potere, potrebbe imporre regole che includono anche l’obbligo per chi non è musulmano di indossare l'hijab o il burqa.

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