Radicali indù: Convertiremo cristiani e musulmani finché il governo non ce lo impedirà
Mumbai (AsiaNews) - "Continueremo con i programmi di ghar wapsi [riconversioni all'induismo], a meno che il governo non introduca leggi anticonversione a livello nazionale". È il monito lanciato da Praveen Togadia, leader del Vishwa Hindu Parishad (Vhp, radicali indù), che si prepara a celebrare i 50 anni del gruppo nel distretto di Kandhamal (Orissa), il prossimo 28 febbraio. Qui nel 2008 è avvenuto il peggior pogrom anticristiano nella storia dell'India e l'annunciato raduno preoccupa la minoranza religiosa. Sajan George, leader del Global Council of Indian Christians (Gcic), afferma ad AsiaNews: "La pace nell'area non si è ancora ristabilita e vi sono ancora tensioni. La presenza del Vhp emarginerà e terrorizzerà ancora di più la vulnerabile comunità cristiana".
Le parole di Togadia e l'imminente celebrazione del Vhp a Kandhamal sembrano ignorare le recenti dichiarazioni rese dal Primo ministro Narendra Modi a difesa della libertà religiosa. Al contrario, si aggiungono a una serie di azioni intraprese dagli ultranazionalisti indù contro le minoranze del Paese: le cerimonie di "ritorno a casa", i ghar wapsi; gli attacchi alle chiese di Delhi; le accuse di conversione rivolte a Madre Teresa dal leader della Rashtriya Swayamsevak Sangh (Rss).
"Anche le feroci e disgustose calunnie lanciate contro l'opera di Madre Teresa - sottolinea ad AsiaNews Sajan George - vanno viste nella stessa luce. La brigata hindutva continua a portare avanti la sua tattica diversiva, ignorando del tutto le assicurazioni del Primo ministro. Si comporta come in campagna elettorale: il premier fa grandi discorsi, mentre i gruppi estremisti continuano ad agire indisturbati".
Il Bharatiya Janata Party (Bjp), partito al governo centrale, è il braccio politico del movimento nazionalista indù Sangh Parivar, di cui fanno parte gruppi radicali come il Vhp e la Rss, responsabili di violenze contro le minoranze etnico-religiose del Paese.
Alle accuse rivolte alla fondatrice delle Missionarie della Carità mons. Henry D'Souza, arcivescovo emerito di Calcutta, risponde "come farebbe Madre Teresa: pregherò per loro, sempre. Il miglior modo per aiutare queste persone è amarle ed essere misericordiosi".
Come se non bastasse, nei giorni scorsi il Vhp ha attaccato anche i missionari cristiani di Delhi, accusandoli di "presentare false denunce di aggressioni alle chiese. È noto a tutti che i missionari cristiani, sotto il precedente governo, hanno portato avanti campagne maligne e aggressive".