Radicale indù: cristiani e musulmani ‘vanno sterilizzati con la forza’
La provocazione è di Sadhvi Deva Thakur, vice-presidente di Hindu Mahasabha. Secondo John Dayal, una sorta di “paranoia” ha assalito gli indù quando sono scesi di poco al di sotto dell’80% della popolazione.
New Delhi (AsiaNews) – Cristiani e musulmani rappresentano una minaccia per gli indù e perciò “devono essere sterilizzati con la forza”. È l’ultima provocazione del partito di estrema destra radicale Hindu Mahasabha. Parlando con i giornalisti il 27 aprile, la vice-presidente Sadhvi Deva Thakur ha esortato i fedeli indù a fare più figli, per contrastare l’aumento dei cristiani e musulmani.
Ad AsiaNews p. Felix Anthony, portavoce della Chiesa indiana del nord-est, etichetta la dichiarazione come esternazioni di “politici di nuova generazione che godono di una certa dose di protettori da parte dell’attuale governo”. Poi aggiunge: “Non dobbiamo perdere il nostro tempo a discutere di queste cose”.
Secondo John Dayal, segretario generale dell’All India Christian Council, “per i soldati del Sangh Parivar [la famiglia delle organizzazioni militanti indù, ndr], parole come sterilizzazione di musulmani e cristiani, privazione dei loro diritti, diminuzione della loro presenza nel nord-est e in Kashmir attraverso nuove regole sulla residenza, sono metafore per annientamento, mandare in rovina, togliere dalla vista. In pratica, genocidio. La soluzione finale”.
Il gruppo Hindu Mahasabha sostiene la creazione di uno Stato confessionale indù e non è nuovo alle polemiche. Il 30 gennaio scorso il suo segretario nazionale, signora Puja Shakun Pandey, ha suscitato profondo sdegno pubblicando un video in cui ricreava l’omicidio del Mahatma Gandhi, proprio nel giorno dell’anniversario del suo assassinio.
La vice-presidente Thakur ha detto: “La popolazione musulmana e cristiana cresce giorno dopo giorno. Il governo centrale deve dichiarare lo [stato] d’emergenza per mettere un freno a tutto questo, e cristiani e musulmani devono essere sottoposti a sterilizzazioni forzate, così non possono aumentare di numero”.
La dichiarazione della leader indù sembrerebbe delineare una reale minaccia. Tuttavia in India cristiani e musulmani sono due minoranze. Su una popolazione totale di 1,4 miliardi, la prima comunità rappresenta il 2,3% degli abitanti, circa 27,8 milioni; i secondi sono il 14,2%, cioè 172,2 milioni di fedeli. L’induismo è la prima religione con più di 966,3 milioni di seguaci, cioè il 79,8% dei cittadini.
John Dayal ricorda che, quando sono stati diffusi i dati sulle religioni nel Paese, gli indù “hanno fatto un gran chiasso perché sono scesi al di sotto dell’80%. Il declino era meno dell’1%, ma nonostante tutto è stata lanciata la retorica politica secondo cui musulmani e cristiani supereranno gli indù nel giro di pochi anni, se non si correrà ai ripari. Una xenofobia di questo tipo non può che finire in tragedia se le persone di questo Paese non sfideranno questa mentalità”.
P. Felix fa notare infine che alle attuali elezioni generali, di cui oggi si svolge la quarta fase, si presenta “anche una indù accusata di terrorismo”. Si tratta della guru Pragya Singh Thakur, accusata di complicità per le bombe del 2008 a Malegaon (Maharashtra) e fuori su cauzione per motivi di salute. La santona, candidata per il seggio di Bhopal, “ha fatto dichiarazioni insostenibili”.
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