Quattro Ong cristiane a rischio chiusura per sospetti di ‘proselitismo’
Sono organizzazioni protestanti che operano in Jharkhand, Manipur e Mumbai. Alcune vi lavorano dagli anni ’50. Il ministero degli Interni ha revocato la licenza di poter ricevere fondi dall’estero, rendendo impossibile il loro impegno. Sajan K George: Le accuse di conversione forzata sono false e servono a montare le tensioni etnico-religiose nella società.
Mumbai (AsiaNews) – Quattro Ong cristiane protestanti sono a rischio di chiusura perché sospettate di proselitismo. I quattro gruppi sono: Ecreos oculis North Western Gossner Evangelical, che opera in Jharkhand; l’Evangelical Churches Association (Eca), che opera in Manipur; la Northern Evangelical Lutheran Church in Jharkhand; la New Life Fellowship Association (Nlfa), che opera in Mumbai. In questi mesi il ministero degli Interni ha sospeso le licenze con cui esse possono ricevere fondi dall’estero, rendendo praticamente impossibile il loro operare. Alcune di loro sono impegnate in India dagli anni ’50 (la Eca) e dagli anni ’60 (la Nlfa). Ecco il commento di Sajan K George, presidente del Global Council fo Indian Christian (Gcic).
Non è la prima volta che il governo cancella le licenze di Fcra (Foreign Contribution Regulation Act) alle Ong. Il Fcra è obbligatorio per una organizzazione no-profit che voglia ricevere fondi dall’estero. La maggior parte delle volte – proprio come le leggi anti-conversione – il Fcra è usato come uno strumento per colpire e controllare organizzazioni no profit che non rientrano nel loro schema ideologico e nei loro programmi.
Quest’anno a febbraio il governo ha sospeso il Fcra della Nlfa; poco prima gruppi di estrema destra [del Bajrang Dal, ramo giovanile del Vishwa Hindu Parishad, organizzazione radicale e militante indù – ndr] avevano invaso e interrotto un momento di preghiera organizzato dall’ong a Mumbai, sospettando che essa fosse una copertura per [promuovere] conversioni religiose.
Due delle ong sospese sono del Jharkhand e i gruppi estremisti mirano a sfruttare i tribali e i dalit, che sono i beneficiari dell’impegno sociale della ong in queste aree a predominanza tribale.
Le accuse di conversione forzata sono false e servono a montare le tensioni etnico-religiose nella società, seminando semi di sospetto contro la vulnerabile comunità cristiana. Le draconiane leggi anti-conversione e i gruppi radicali di vigilanza hanno creato una forte insicurezza fra i cristiani.
La fake-news delle conversioni forzate è denunciata ad ogni piè sospinto dagli estremisti di estrema destra in questa India laica, ma le statistiche governative mostrano che dal 1951 in poi la popolazione cristiana in India è stata costante o leggermente in diminuzione. Mel censimento del 2001 i cristiani erano il 2,34% della popolazione; nel 2011 sono scesi al 2,30%.
Queste Ong cristiane non sono le prime ad essere prese di mira. Nel 2016 è stato il turno di Compassion International, una eccezionale ong cristiana, che serve persone di ogni fede senza alcuna discriminazione di casta o di credo e non ha mai richiesto la presenza ai loro servizi religiosi o usato altre forme di proselitismo come condizione per il loro aiuto.
In India, l’adozione di bambini attraverso Compassion International ha permesso maggiore completamento della scolarità e un miglioramento del reddito di impiegati adulti. Compassion International è stata il maggiore sponsor per l’aiuto in India ai bambini a rischio, sostenendo 145mila bambini, ed era il più grande importatore di fondi umanitari nel Paese.