Piano di pace della Palestina al Consiglio dell'Onu. Israele: E' un atto di aggressione
Gerusalemme (AsiaNews) - Ieri in tarda serata il Consiglio di sicurezza dell'Onu ha ricevuto una risoluzione che propone un piano di pace fra Palestina e Israele all'interno di precise scadenze.
Il testo della risoluzione parla di una "soluzione di pace che sia giusta, permanente e comprensiva, che porti alla fine l'occupazione israeliana" e "compia la visione" di uno Stato palestinese entro i confini del 1967 (prima della Guerra dei sei giorni), con Gerusalemme quale capitale condivisa con Israele, insieme a garanzie per la sicurezza reciproca. L'accordo finale dovrebbe essere raggiunto non più tardi di 12 mesi dalla adozione della risoluzione.
Si prospetta anche un ritiro a tappe di Israele dai territori palestinesi che "non superi la fine del 2017".
Il rappresentante giordano, Riyad Mansour ha dichiarato che né la Palestina, né i Paesi arabi di cui egli è portavoce vogliono un veloce voto del testo, ma sono aperti a discussioni e miglioramenti, sperando in un'adesione degli Stati Uniti, che ha già minacciato un veto su ogni mossa palestinese unilaterale.
Riyad al-Malki,ministro palestinese degli esteri ha detto che la risoluzione proposta dalla Giordania è sostenuta anche dalla Francia ed è diversa dalla proposta stilata all'origine da palestinesi e Lega araba, che prevedeva entro un anno il ritiro di Israele dai territori. Egli ha anche spiegato l'importanza delle scadenze nella nuova risoluzione, dato che "i negoziati diretti [sponsorizzati dagli Usa per circa 20 anni -ndr] si sono dimostrati inutili".
Avigdor Lieberman, ministro israeliano degli esteri ha oggi bollato la risoluzione come un atto di aggressione, che non porterà alcun beneficio ai palestinesi. "Il Consiglio di sicurezza - ha aggiunto - dovrebbe preoccuparsi di temi davvero importanti come il benessere dei cittadini del mondo, come affrontare gli atti terroristi e assassini avvenuti in Australia e in Pakistan.... Invece di perdere il suo tempo con i giochetti dei palestinesi".
Attivisti palestinesi fanno notare che senza la prospettiva vicina di uno Stato palestinese, la popolazione rischia di scivolare nella disperazione, con possibili scoppi di violenza imprevedibile e con gli attacchi terroristi di "lupi solitari", come è avvenuto nelle ultime settimane. Fra i palestinesi è sempre più diffusa la sfiducia non solo verso Israele, ma anche verso l'Autorità palestinese, mostratasi incapace a garantire i diritti del loro popolo