Phnom Penh: un bambino su 10 è vittima di abusi sessuali online
È il dato che emerge da un rapporto pubblicato da Unicef la settimana scorsa. I maschi sono le principali vittime. Il 23% dei minori ha dichiarato di non aver mai parlato con nessuno delle violenze subite. Limitata la risposta della polizia e la conoscenza degli adulti sui meccanismi via internet che interessano gli adolescenti.
Phnom Penh (AsiaNews) - Un bambino cambogiano su 10 è stato vittima di abusi sessuali online nell’arco dello scorso anno. A rivelarlo è un rapporto pubblicato la settimana scorsa da Unicef in collaborazione con Interpol, l'organizzazione End violence against children e il Consiglio nazionale cambogiano per l'infanzia, che fa parte del ministero degli Affari sociali, dei veterani e della gioventù.
Il documento, intitolato “Disrupting Harm in Cambodia” evidenzia che l’11% dei minori di età compresa tra 12 e 17 anni che utilizzano internet ha subito qualche forma di sfruttamento sessuale via internet. Il dato, ridimensionato alla popolazione cambogiana, si traduce in 160mila bambini.
In particolare il 16% dei minori è stato sottoposto a commenti sessuali fastidiosi, che nel 31% dei casi si sono verificati sui social media. A un altro 16% sono state inviate immagini sessuali indesiderate, in molti casi sempre attraverso le piattaforme social. Il 9% ha invece ricevuto richieste di inviare foto di se stessi. In tutti questi casi le principali vittime sono i maschi, coinvolti in quasi il doppio degli abusi rispetto alle femmine. La maggior parte dei ragazzi intervistati ha dichiarato di aver evitato i tentativi di adescamento, ma alcuni hanno acconsentito a parlare di sesso online (29%), a inviare una foto delle proprie parti intime (14%), ad accettare denaro o regali in cambio della registrazione di video sessuali.
Il rapporto ha inoltre sottolineato la difficoltà delle vittime di accedere a una modalità formale di denuncia: la maggior parte degli intervistati ha dichiarato di non sapere a chi rivolgersi, anche se molti hanno detto di averne parlato con un amico o una figura di riferimento maschile. Il 23% non ne ha parlato con nessuno per paura o vergogna.
Adolescenti e pre-adolescenti utilizzano internet molto di più rispetto ai genitori e agli adulti in generale: “Questa discrepanza ha delle implicazioni, in quanto gli educatori sono fondamentali per aiutare i bambini a orientarsi nella loro vita online, a individuare i rischi e a evitare che subiscano violenze”, si legge nel documento.
All’interno delle forze dell’ordine cambogiane ci sono due unità che si occupano di abusi sessuali online: il Dipartimento per la lotta alla tratta di esseri umani e la protezione dei minori e il Dipartimento contro la cibercriminalità. Le segnalazioni di sfruttamenti sessuali via internet sono aumentate del 267% tra il 2017 e il 2019, ma la risposta della polizia cambogiana è ostacolata da una limitata formazione del personale e da una scarsa disponibilità di attrezzature per raccogliere e analizzare le prove digitali.
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