Phnom Penh, centinaia di operai del tessile in piazza per migliori condizioni di lavoro
Phnom Penh (AsiaNews/Agenzie) - Centinaia di lavoratori di tre diverse aziende di abbigliamento sono scesi in piazza ieri, all’esterno degli uffici del ministero del Lavoro a Phnom Penh, per chiedere migliori condizioni di lavoro. Almeno 500 persone hanno manifestato per diverse ore nella capitale, esortando i vertici dell’esecutivo a intervenire per garantire agli operai migliori condizioni di lavoro, oltre che sussidi in tema di alimenti e trasporti. Le dimostrazioni di questi giorni confermano una volta di più la fibrillazione che si respira negli ambienti di lavoro in Cambogia e, in particolare, nel settore manifatturiero, già teatro in passato di incidenti e proteste.
I dipendenti di due aziende di proprietà della compagnia Akeentech a Phnom Penh e i lavoratori di una fabbrica di proprietà della Sixplus, nella provincia meridionale di Kandal, hanno marciato lungo le strade prima di raggiungere l’edificio ministeriale. Essi chiedono l’intervento dell’esecutivo, dopo il rifiuto opposto dai vertici aziendali alla richiesta di sussidi presentata circa una settimana fa.
Interpellato da Radio Free Asia (Rfa) Sum Rong, presidente del Sindacato per la sicurezza dei lavoratori, sottolinea che i primi scioperi sono iniziati il primo luglio scorso, con la richiesta di contributo per l’acquisto di buoni pasto, trasporti e alloggi. Pav Sina, presidente di un’altra sigla sindacale (Collective Union of Movement of Workers) aggiunge che i dipendenti della Akeentech sono in sciopero dai primi del mese, per vedersi riconoscere nove richieste fra cui trasporti gratuiti al lavoro e migliori condizioni.
Dopo aver presentato le petizioni al ministero, i lavoratori hanno marciato verso il Parlamento e gli uffici del Primo Ministro, chiedendo il suo intervento nella controversia. Gli operai annunciano nuove manifestazioni per il futuro se non verranno accolte le loro richieste.
L'industria manifatturiera è una delle attività più fiorenti e produttive della Cambogia, con almeno 700mila persone impiegate nel settore e un volume di esportazioni nel 2013 di circa 5,3 miliardi di dollari. Nel gennaio 2014 la polizia e soldati governativi hanno represso con la violenza una serie di proteste promosse dagli operai del settore, per ottenere l'aumento del salario minimo. Almeno cinque le persone uccise.
L'anno precedente, invece, nel crollo di una fabbrica sono morti due lavoratori. Il tessile è anche uno dei settori chiave del rilancio dell'economia della Cambogia, che quest'anno secondo le previsioni della Banca mondiale dovrebbe crescere del 7,5%, il dato più elevato di tutta l'Asia dell’est.
Il problema della sicurezza negli ambienti di lavoro è peraltro comune a molti Paesi asiatici. Nell’aprile del 2013 ha destato profondo scalpore e commozione la tragedia che ha colpito il Rana Plaza in Bangladesh, un edificio al cui interno erano ospitate ben cinque aziende tessili. Nel crollo sono morte oltre un migliaio di persone.
02/07/2015
21/12/2016 15:45