Pechino: rimosso e indagato il capo dell’Amministrazione per gli affari religiosi
Cui Maohu finito nel mirino dell’anticorruzione. Sotto esame la sua attività nello Yunnan, la provincia da dove proviene. Alla guida della Sara dal giugno 2022: l’organismo è braccio esecutivo del Fronte unito del Partito comunista cinese. Quella contro Cui è la terza azione disciplinare di alto livello dalla chiusura della sessione annuale del Parlamento.
Pechino (AsiaNews) – Le autorità hanno rimosso e messo sotto indagine Cui Maohu, capo dell'Amministrazione statale per gli affari religiosi (Sara) e uno dei vice direttori del Dipartimento di lavoro del Fronte unito del Partito comunista cinese. La conferma ufficiale è arrivata dalla Commissione centrale per le ispezioni disciplinari e dalla Commissione nazionale di vigilanza, il supremo organo anticorruzione.
Cui è sotto esame per aver commesso gravi infrazioni disciplinari e infranto le leggi dello Stato, hanno rivelato le autorità il 18 marzo: una espressione che di solito indica un caso di corruzione. Secondo quanto riporta Sing Tao Daily, egli è indagato in primo luogo per questioni legate al suo lavoro nello Yunnan, la provincia da dove proviene.
Il 57enne originario di Xuanwei si è laureato in filosofia presso il Dipartimento di scienze politiche dell'Università dello Yunnan e ha lavorato per anni presso il Dipartimento organizzativo del Comitato provinciale del Pcc; aveva ottenuto la direzione della Sara nel giugno 2022, come l’incarico al Fronte unito.
In precedenza la Sara era nota come “Ufficio affari religiosi”, un organismo indipendente sotto l’autorità del Consiglio di Stato (il governo centrale). Nel marzo 2018 è passata sotto il diretto controllo del Partito, servendo in sostanza da braccio esecutivo del Fronte unito per l’ambito religioso.
Quella contro Cui è la terza azione disciplinare di alto livello dopo la recente conclusione della sessione annuale dell’Assemblea nazionale del popolo, coincisa con l’avvio formale del terzo mandato al potere di Xi Jinping (oggi in visita a Mosca da Vladimir Putin).