Pechino: nessuna ‘trappola del debito’ per i nostri aiuti a Colombo
Secondo uno studio recente, la Cina è il primo creditore internazionale dello Sri Lanka. Debiti in larga parte dovuti a due banche statali cinesi. Rimango i timori per le manovre geopolitiche di Pechino nella regione. Ancora in sospeso l’aiuto da 2,9 miliardi di dollari a Colombo del Fondo monetario internazionale.
Colombo (AsiaNews) – La Cina ribadisce che i suoi aiuti allo Sri Lanka non sono mai accompagnati da vincoli politici e non cerca guadagni di questo tipo con gli investimenti e i finanziamenti nella nazione insulare. Pechino ha accolto con favore la posizione del ministro srilankese degli Esteri Mohamed Ali Sabry, che ha respinto la narrazione della presunta "trappola del debito" cinese in Sri Lanka.
Come ha sottolineato nei giorni scorsi il ministero cinese degli Esteri, "la Cina è pienamente consapevole delle difficoltà e delle sfide affrontate dallo Sri Lanka e sostiene le istituzioni finanziarie competenti nel discutere con Colombo e nel risolverle in modo adeguato. Abbiamo sempre sostenuto lo sviluppo socioeconomico dello Sri Lanka, secondo le nostre possibilità".
Nel 2020 lo Sri Lanka ha ricevuto dalla Cina un credito agevolato di 3 miliardi di dollari per contribuire al rimborso dei debiti esistenti. Una scelta alternativa a quella di ristrutturare il debito con il Fondo monetario Internazionale (Fmi) e di adottare misure di austerità come prescritto dal Club di Parigi, gruppo informale che riunisce i principali Paesi creditori al mondo.
Analisti politici hanno spiegato ad AsiaNews che "uno degli attori principali della catastrofe economica dello Sri Lanka è la Cina”. Secondo dati rivelati dalla China Africa Research Initiative (Cari) della Johns Hopkins University School of Advanced International Studies, Pechino è il primo creditore estero di Colombo. Il debito srilankese nei confronti di entità cinesi ammonta a 7,4 miliardi di dollari, quasi un quinto del totale nel 2021. Gli altri primari finanziatori sono la Asian Development Bank, la Banca mondiale, Giappone e India.
I numeri diffusi dalla Cari indicano che Export-Import Bank of China (EximBank) e China Development Bank sono i due maggiori finanziatori cinesi, rispettivamente per 4,3 e 3 miliardi di dollari.
I critici fanno notare che le autorità di Colombo hanno usato i prestiti cinesi soprattutto per degli “elefanti bianchi”: grandi progetti infrastrutturali, tra cui il porto di Hambantota, dimostratisi poco redditizi se non inutili. Secondo diversi osservatori, quando il governo dello Sri Lanka si è dimostrato incapace di ripagare i propri debiti, “di fatto ha ceduto lo scalo portuale al controllo alla Cina". Una narrazione che il Cari in parte contesta.
È diffuso in Sri Lanka il timore che per scopi geopolitici, la possibilità di avere un punto d’appoggio navale in Asia meridionale, la Cina voglia trasformare il debito in “influenza”.
D’altro canto accademici locali ricordano che la Cina ha un ruolo significativo nella procedura di ristrutturazione del debito di Colombo. Colpita dalla crisi, l’isola ha avviato discussioni con i creditori bilaterali a settembre di quest'anno. Intanto rimane in sospeso il sostegno da 2,9 miliardi di dollari negoziato con l’Fmi, che attende le garanzie dei finanziatori esteri.