Pechino muove la diplomazia per allentare le tensioni con Tokyo e Hanoi nei mari
Pechino (AsiaNews/Agenzie) - Un alto funzionario del governo cinese, fra i più stretti collaboratori e amica di lunga data del presidente Xi Jinping, starebbe preparando una visita ufficiale in Giappone per il mese prossimo. L'obiettivo - non dichiarato - è quello di stemperare le tensioni fra i due Paesi, da tempo ai ferri corti per questioni territoriali nel mar Cinese orientale, in vista del summit del prossimo novembre a Pechino del forum di Cooperazione economico dell'Asia-Pacifico (Apec). Intanto un rappresentante vietnamita è arrivato in queste ore nella capitale cinese, per allentare un altro fronte caldo di tensione nel mar Cinese meridionale, che vede da tempo coinvolte la Cina, il Vietnam e le Filippine.
Li Xiaolin, figlia minore dell'ex presidente Li Xiannian, capo dell'Associazione popolare cinese per l'amicizia con i Paesi stranieri, è stata "emissario" di Xi e ha incontrato il premier giapponese Shinzo Abe a Tokyo prima che questi prendesse l'incarico, il 26 dicembre 2012. La donna, amica del presidente cinese fin dall'infanzia, ha inoltre visto in gran segreto negli ultimi tempi il vice-premier Taro Aso e Masahiko Komura, vice-capo del Partito Liberal-democratico di Abe, nella primavera dello scorso anno.
Dall'inizio del mandato governativo del Primo Ministro Abe non vi sono stati ancora incontri ufficiali con il presidente cinese Xi Jinping; dietro le tensioni diplomatiche, la controversia sul possesso delle isole Senkaku/Diaoyu, nel mar Cinese orientale. E non ha certo contribuito a rasserenare il clima la visita, nel dicembre scorso, del premier Abe al tempio nipponico di Yasukuni, a Tokyo, simbolo del passato coloniale e militare del Sol Levante.
Fra i passi nella direzione di un disgelo nei rapporti, il recente incontro fra il vice-presidente cinese Li Yuanchao e un gruppo di parlamentari giapponesi a Pechino. Nel corso del faccia a faccia il numero due cinese ha sottolineato che i due Paesi dovrebbero "superare dissidi di poca importanza" in nome di un "comune interesse superiore", oltre che promuovere sforzi per ricucire le relazioni bilaterali.
In queste ore Pechino è impegnata a ricucire i rapporti anche con Hanoi, dopo le gravi tensioni dei mesi scorsi esacerbate dalla decisione di piazzare una piattaforma (poi rimossa, completato il lavoro) per l'estrazione petrolifera nel mar Cinese meridionale. Una mossa che ha scatenato la tensione dei nazionalisti vietnamiti, con attacchi ad aziende straniere e proteste di piazza nelle principali città. L'alto funzionario vietnamita Le Hong Anh, numero cinque del Politburo di Hanoi, è a Pechino dietro invito del Partito comunista cinese; obiettivo non dichiarato ricucire la frattura fra i due (ex) alleati comunisti e trovare un punto di intesa per il futuro.
Oltre alla lotta nel Mar cinese orientale per la sovranità sulle isole Senkaku/Diaoyu e con le Filippine per le Scarborough Shoal, nel Mar Cinese meridionale Pechino si vuole arrogare la sovranità delle Spratly e delle isole Paracel, oggetto di rivendicazioni territoriali dei governi di Vietnam, Brunei, Filippine, Malaysia e Taiwan. Le isole, quasi disabitate, sono assai ricche di risorse e materie prime. L'egemonia riveste un carattere strategico per il commercio e lo sfruttamento di petrolio e gas naturale nel fondo marino, in un'area strategica per il passaggio dei due terzi dei commerci marittimi mondiali.