Pechino crolla nell’indice Nikkei di ripresa dal Covid-19
La nuova ondata pandemica ha spinto il Paese da 2° al 32° posto. Sotto accusa la politica “zero-Covid” di Xi Jinping. Esperti: meglio una più efficace campagna di vaccinazione. Cambogia, Taiwan, Nepal e Mongolia fanno meglio di Pechino e si posizionano tra i primi 10.
Pechino (AsiaNews) – La Cina perde 30 posizioni nell’indice Nikkei di ripresa dal Covid-19, piazzandosi al 32° posto. Il crollo è dovuto alla costante crescita delle infezioni, nonostante l’imposizione del lockdown a Shanghai, la città più popolosa del Paese, e nella provincia di Jilin.
Da quando Nikkei ha lanciato l’indicatore a luglio è la prima volta che Pechino esce dalle prime 10 posizioni. Pochi mesi dopo lo scoppio della pandemia tra fine 2019 e inizio 2020, Xi Jinping aveva annunciato in pompa magna la vittoria della Cina nella battaglia contro il coronavirus: un vanto per il regime, da spendere nello scontro geopolitico e ideologico con gli Usa. Alla fine la politica “zero-Covid” delle autorità cinesi non ha impedito il riemergere dei contagi.
A un anno dall’annuncio di Xi secondo cui il governo ha eliminato la povertà estrema nel Paese, analisti affermano che la nuova ondata pandemica potrebbe far ripiombare parte della popolazione nell’indigenza. Le autorità sono intervenute con sussidi per le attività economiche, ma hanno dovuto per il momento accantonare la “prosperità comune”, una politica redistributiva lanciata nei mesi scorsi dal presidente cinese.
L’indice Nikkei valuta Stati e regioni sulla base della gestione della crisi sanitaria, della somministrazione dei vaccini e della mobilità sociale. A marzo la Cina ha perso 11 punti rispetto al primo parametro. Nella valutazione pesa l’aumento dei contagi: ieri a Shanghai hanno superato i 21mila, circa l’87% del totale nazionale, sebbene la maggior parte dei casi siano asintomatici.
Takashi Kasai, direttore per il Pacifico occidentale dell’Organizzazione mondiale della sanità, fa notare che data la vasta popolazione cinese, anche una piccola frazione di contagiati potrebbe travolgere il sistema sanitario nazionale. Al riguardo, esperti osservano che il basso tasso di vaccinazione degli ultraottantenni cinesi (50%) rischia di far andare la situazione fuori controllo. Per la stessa fascia di età, Giappone e Singapore hanno oltre il 90% dei vaccinati.
Nella regione Asia-Pacifico solo la Thailandia ha avuto una caduta nell’indice simile a quella della Cina: dopo aver perso 28 posizioni è ora 113ma. Ci sono attori regionali che mostrano però ottime capacità di risposta alla pandemia. Nell’indice Nikkei la Cambogia si posiziona al 2° posto, Taiwan al 4°, il Nepal al 6° e la Mongolia al 7°. Gli Emirati arabi uniti guidano la classifica; l’Italia è 56ma.
15/02/2021 08:56