Pechino arruola le ‘masse’ nell’attività di controspionaggio
L’obiettivo è creare canali attraverso cui singoli individui potranno segnalare azioni sospette. E rendere “normale” il contributo delle masse nelle operazioni di difesa dello Stato. Una norma approvata di recente permette di colpire aziende straniere anche per “normali attività commerciali”. Xi Jinping invoca una “accelerazione” del cammino di “modernizzazione” delle forze armate.
Pechino (AsiaNews) - Pechino vuole incoraggiare i propri cittadini ad unirsi alle attività di controspionaggio, che prevedono fra gli altri la creazione di canali in cui singoli individui potranno segnalare azioni sospette o lodare ed elogiare quanti operano per la patria. L’anticipazione arriva dal ministero della Pubblica sicurezza della Repubblica popolare cinese, ente che presiede al controspionaggio e alla vigilanza, il quale punta a realizzare un sistema che renda “normale” per le masse partecipare alle operazioni di difesa dello Stato.
Nel primo post diffuso sull’account ufficiale di WeChat, on-line da ieri, il ministero rivolge un appello a tutta la popolazione perché l’attività di spionaggio e controllo diventi compito di tutti, in accordo a una legge in materia di recente approvazione e in vigore dal mese scorso. La norma, che vieta il trasferimento di informazioni relative alla sicurezza nazionale e altri interessi non meglio specificati, ha destato l’allerta negli Stati Uniti perché non esclude punizioni per società straniere attive sul territorio anche solo per “normali attività commerciali”.
Le autorità hanno dunque campo libero nel condurre indagini in materia di anti-spionaggio, potendo accedere a dati, apparecchiature elettroniche e informazioni relative alla proprietà personale. Del resto il tema della sicurezza (politica e sociale, come emerso anche al tempo del Covid) è una priorità assoluta ed è il “nucleo” ispiratore della leadership di Pechino, come ha ribadito lo stesso ministro Chen Yixin in un articolo pubblicato a luglio su una rivista cinese specializzata in diritto.
“Resta fondamentale - ha affermato Chen - salvaguardare la leadership e la posizione di governo del Partito Comunista Cinese e del sistema socialista con caratteristiche cinesi”. Negli ultimi anni, la polizia ha arrestato e detenuto decine di cittadini locali e stranieri per sospetto spionaggio, tra cui un dirigente della casa farmaceutica giapponese Astellas Pharma a marzo. La giornalista australiana di origini cinesi Cheng Lei, accusato da Pechino di aver fornito segreti di Stato a un altro Paese, è detenuta dal settembre 2020. L’appello alla mobilitazione popolare nelle attività di spionaggio giunge mentre il blocco occidentale, a partire da Washington, accusa il dragone di spionaggio e attacchi informatici. Immediata la replica cinese, che bolla gli Usa come “impero dell’hacking”. Da qui, scrive il ministro Chen, la necessità di una “partecipazione popolare” per la “costruzione” di una “linea di difesa”.
Intanto il presidente Xi Jinping, parlando alla vigilia del 96mo anniversario dalla formazione dell’esercito cinese (Pla), ha invocato una “accelerazione” del cammino di “modernizzazione” delle forze armate. È auspicabile, ha aggiunto il leader nel discorso rilanciato dalla Xinhua, che le forze armate amplino “le capacità di combattimento e la loro prontezza” anche in considerazione delle tensioni nell’Asia-Pacifico, nel mar Cinese meridionale e a Taiwan (con Washington osservatore interessato). “Dobbiamo spingere - ha proseguito il presidente - su nuovi equipaggiamenti e nuove forze per accelerare la formazione delle capacità di combattimento e l‘integrazione nel sistema di combattimento”. Nell’ultimo periodo Pechino ha più volte ostentato la sua potenza militare, intensificando manovre ed esercitazioni, avvertendo che la sua terza e più avanzata portaerei inizierà presto le prove in mare, rafforzando infine le relazioni militari con la Russia.