07/09/2018, 12.13
CINA
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Pechino, scacciata e senza sede la comunità protestante della Chiesa di Sion

di Wang Zhicheng

La chiesa domestica, non riconosciuta dal governo, aveva un contratto di affitto di 5 anni, che è stato interrotto. Con i nuovi regolamenti sulle attività religiose, chi offre un luogo di raduno ad attività religiose non registrate, rischia l’esproprio. Chiusi altri sei centri minori della comunità. Oltre che a Pechino, soppresse comunità a Guangzhou, Shenzhen, Chengdu, Lanzhou, Xuzhou e altre città. “Un nuovo strumento per sopprimere le Chiese?”.

Pechino (AsiaNews) – La Chiesa di Sion, una delle comunità protestanti più importanti della capitale, in questi giorni è stata scacciata dalla sede che occupava legalmente in affitto. In più, negli ultimi mesi sono stati chiusi altri sei centri satelliti della comunità, è stato bloccato l’account su Wechat (il Whatsapp cinese), e – prima dell'espulsione  – alla comunità è stato ordinato di mettere telecamere di sorveglianza. Al loro rifiuto, sono stati tagliati acqua ed elettricità per un breve periodo.

Le difficoltà vissute dalla Chiesa di Sion sono raccontate in un lungo articolo apparso due giorni fa su “ChinaSource” col titolo “Un nuovo strumento per sopprimere le Chiese?”.

La Chiesa di Sion raccoglie 1500 fedeli ogni domenica. Essa è una delle più consistenti chiese domestiche a Pechino, frequentata da persone di diverse estrazioni, anche della classe medio-alta. Il governo però non la riconosce – nonostante le ripetute richieste della comunità – e pretende che essa confluisca nel Movimento delle tre autonomie, la chiesa protestante ufficiale interdenominazionale. Ma la stragrande maggioranza  dei protestanti si rifiutano di entrarvi perchè la vedono come troppo compromessa con il potere politico.

Per ovviare a questi problemi, la Chiesa di Sion ha costituito un’associazione culturale, la Beijing Jianweitang Culture Co., Ltd, che ha potuto firmare un contratto di affitto, valido per 5 anni, presso la Longbaochen Commercial Mansion, nel quartiere di Chaoyang. In origine, lo stesso proprietario aveva spinto la comunità ad affittare tutto un piano addirittura per 10 anni. Ma poi, lo scorso 20 agosto, ogni membro della comunità ha ricevuto l’avviso che il contratto era scaduto e che dovevano allontanarsi entro i primi di settembre.

Secondo le testimonianze riportate nell’articolo citato, le pressioni verso la comunità sono iniziate già a marzo, dopo che sono andati in vigore i nuovi regolamenti sulle attività religiose. In essi si sottolinea che i raduni religiosi devono avvenire solo in luoghi registrati e sotto il controllo del governo. Ogni altra possibilità è ritenuta illegale. E chiunque affitta siti per attività religiose illecite rischia la confisca della proprietà.

Per i fedeli questi regolamenti non tengono conto di ciò che è davvero esperienza religiosa. Volendo attuarli in modo stretto, perfino la preghiera prima dei pasti, fatta da una famiglia a casa propria, sarebbe da considerare una “attività religiosa illegale”.

 “La Chiesa di Sion a Pechino – conclude l’articolo - è fra le numerose Chiese che stanno sperimentando la persecuzione in Cina. I governi locali di Pechino, Guangzhou, Shenzhen, Chengdu, Lanzhou, Xuzhou e altre città hanno preso misure per sopprimere e perseguitare le chiese domestiche locali. Azioni simili stanno avvenendo nelle intere province dell’Henan e del Jiangxi. Le Chiese cinesi stanno sperimentando un acuirsi della persecuzione come non si era vista negli ultimi 40 anni. Questi atti di persecuzione dei cristiani sono premeditati e pianificati in modo sistematico”.

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