02/07/2015, 00.00
CINA
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Pechino, la nuova legge sulla sicurezza nazionale dà enormi poteri all’esercito

La Cina vuole sfruttare le sue risorse “nei mari, nello spazio e nelle regioni polari”. Il Libro Bianco sul Ministero della difesa prevede un cambio di strategia della Marina cinese, da forza di “difesa in alto mare” a una di “protezione in mare aperto”. Rafforzati i controlli su settori chiave come internet, investimenti stranieri e sistemi di informazione.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) - L’Esercito di liberazione del Popolo cinese (Pla) potrà espandere la sua presenza oltre i confini territoriali grazie alla nuova legge sulla sicurezza nazionale approvata ieri dall’Assemblea nazionale del Popolo. Accanto alla necessità di proteggere la sovranità e l’integrità territoriale del Paese, la legge prevede che sia compito delle forze militari difendere anche gli “interessi d’oltremare”, se necessario attraverso l’uso della forza.

Da tempo la Cina è in conflitto con le nazioni del Sud est asiatico per il controllo del Mar cinese meridionale. I Paesi Asean interessati (Vietnam, Filippine, Indonesia, Brunei, Malaysia) vedono con timore la crescita delle minacce da parte di Pechino.

 Ni Lexiong, esperto di marina militare a Shanghai, spiega le nuove disposizioni contenute nel testo approvato ieri quasi all’unanimità: “Il documento indica che la Marina del Pla ha il compito oneroso di difendere gli interessi della Cina oltremare. Richiede maggiori risorse e sostegno politico affinchè la Marina diventi una forza capace [di eseguire i suoi compiti] in mare aperto”.

Il testo di legge comprende anche alcune clausole che impongono allo Stato di tutelare le risorse strategiche e le riserve energetiche, così come le reti di trasporto via terra e mare per salvaguardare lo sviluppo sociale ed economico del Paese. Ni sostiene: “Con questa clausola Pechino dimostra la sua determinazione a proteggere la vitale fornitura di petrolio via mare. Questo elemento indica che il governo continuerà a costruire una rete di depositi per le forze navali in porti strategici, in modo da garantire i suoi interessi nazionali anche all’estero”.

Secondo la legge, tutte le attività dell’Esercito - sia di politica interna che estera, tra cui difesa degli interessi d’oltremare, missioni di peacekeeping, operazioni di salvataggio internazionale e di accompagnamento - devono essere approvate dalla Commissione militare centrale presieduta dal presidente Xi Jinping.

La legge è stata approvata circa un mese dopo il Libro Bianco sul Ministero della difesa, in cui Pechino afferma di voler rendere le forze militari più risolute, trasformando la Marina da una potenza di “difesa in alto mare” ad una impegnata anche nella “protezione in mare aperto”. Le nuove disposizioni della legge sulla sicurezza nazionale prevedono un rafforzamento dei controlli su internet, investimenti stranieri, tecnologia, servizi di informazione e infrastrutture chiave, in modo da renderli “sicuri e controllabili” in caso di attacchi informatici, violazione e furto di segreti di Stato.

Un’ultima clausola prevede che la Cina sviluppi la sua capacità di “esplorare e usare risorse nello spazio, nelle profondità marine e nelle regioni polari”. He Qisong, esperto in politica di difesa alla Shanghai University of Political Science and Law, afferma: “Pechino ha mandato un chiaro messaggio alla popolazione e all’esercito: il Paese intero fornirà pieno sostegno alle forze armate impegnate nella difesa degli interessi del Paese, siano essi oltremare, nello spazio, negli oceani o perfino nelle regioni polari”.

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