Patriarca di Baghdad: Il Papa scriverà una lettera di speranza per i cristiani irakeni
Città del Vaticano (AsiaNews) - "Ho parlato della nostra situazione, come irakeni e come cristiani, e gli ho chiesto di scrivere una lettera da inviare alla mia comunità, per confermarli nella fede e nella speranza, come faceva San Paolo rivolgendosi ai fedeli, agli albori della Chiesa. E lui ha risposto subito, dicendo che lo farà con piacere". È quanto confida ad AsiaNews il Patriarca caldeo Mar Louis Raphael I Sako, che ha incontrato questa mattina Papa Francesco nel Palazzo apostolico in Vaticano; sua Beatitudine racconta di un "ottimo incontro", al cospetto di "un uomo di Dio che ti accoglie con un sorriso" e, allo stesso tempo, con "la sollecitudine di un pastore".
A mezzogiorno il Pontefice ha ricevuto in udienza il patriarca di Baghdad e presidente della Conferenza episcopale irakena; al centro dell'incontro la drammatica situazione della comunità cristiana e di tutto l'Iraq, teatro delle violenze sanguinarie delle milizie dello Stato islamico, che hanno conquistato ampie porzioni di territorio, soprattutto al nord. Centinaia di migliaia i fedeli in fuga dalle loro case, moltissime le famiglie in condizioni "disperate", ospitate in centri di accoglienza e alloggi temporanei.
Mar Sako sottolinea che, oltre alla lettera, rivestirebbe una importanza enorme anche "una visita" del Papa, "se possibile". "Noi, la nostra comunità, stiamo soffrendo - continua - e abbiamo bisogno di un suo sostegno. Abbiamo bisogno della vicinanza di tutta la Chiesa". Papa Francesco desidera visitare l'Iraq, aggiunge il patriarca, "ma sa che un suo viaggio dipende dalla situazione reale, ciononostante ha buona volontà e desidera stare vicino a quelli che soffrono".
In virtù degli anni trascorsi alla guida dell'arcidiocesi di Buenos Aires, papa Bergoglio ha sviluppato una grande attenzione "alla pastorale, lui è un pastore che avverte le difficoltà delle persone, è un uomo di misericordia che non condanna, ma aiuta" spiega Mar Sako. Inoltre, il pontefice concorda sul fatto che i cristiani sono un "messaggio" di pace e convivenza "in Medio oriente" e sono "un segno positivo per tutti".
Una eventuale visita del Papa rappresenterebbe "un miracolo, un cambiamento totale che eliminerebbe la lontananza", il fatto di sentirsi "isolati e dimenticati". Nel frattempo continuiamo la nostra opera di "pace, speranza e riconciliazione" per l'Iraq e tutta la regione, "confortati in questo senso dalle parole di riconciliazione, amore e perdono" di Francesco. "Mi ha detto di salutare tutti - conclude Mar Sako - e che prega per l'Iraq e per tutto il suo popolo". (DS)
05/04/2016 14:26
30/01/2016 09:14
24/12/2014
26/06/2018 13:26